di
Andrea Bonafede

Il Rapporto Coop 2025: con le difficoltà reddituali delle famiglie italiane, morse dall’inflazione, la convenienza resta il fattore principale di acquisto. Cala la ristorazione e cresce la Gdo

I consumi, sia nei volumi sia nella tipologia, contribuiscono a definire le epoche. E dal momento che in Italia, tra le fiammate inflative del recente passato (i prezzi dei beni alimentari sono saliti del 29,1% dal 2019 a oggi) e la rincorsa lenta dei redditi, i consumi sono aumentati perché spinti dagli acquisti per necessità (casa, cibo, salute, trasporti), si può parlare di una fine della società dei consumi, così come l’abbiamo conosciuta? O, perlomeno, di una sua temporanea archiviazione? È questo l’interrogativo che pone il  «Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani», presentato martedì 9 settembre a Milano. L’indagine rivela, infatti, come i consumi finali siano cresciuti dello 0,5% tra il 2019 e il 2024, ma anche che oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate. Di conseguenza, gli italiani sono costretti a diminuire gli acquisti come fonte di piacere, comprando solo le cose indispensabili, rivolgendosi al second hand e riparando gli oggetti piuttosto che sostituirli. Una sorta di «deconsumismo».

Scende la ristorazione, sale la grande distribuzione

«L’inflazione ha colpito un Paese già in difficoltà rispetto ad altri con redditi più alti, per questo motivo ha avuto un impatto maggiore sulla classe media», commenta Domenico Brisigotti, direttore generale di Coop Italia. Scendendo nel dettaglio della grande distribuzione, da evidenziare è cambiamento nei consumi di cibo. Nei primi sei mesi del 2025 la spesa per la ristorazione fuori casa è calata del 2,2% rispetto al 2024 e contestualmente si è registrata una ripresa nei carrelli della spesa, con le vendite nella grande distribuzione che, nei primi sei mesi del 2025, hanno fatto registrare una crescita su base annua del 3,8% a valore e del 2% a volume. A trainare questi incrementi sono frutta (+4,3%) e ortaggi (5,7%) e altri comparti del fresco, mentre negli ultimi 12 mesi le vendite dei sostitutivi vegetali della carne crescono del +20,9% (dieci volte di più delle carni stesse), seguite da uova (+7,8%) e legumi (+5,0%). 



















































La svolta salutista

Oltre alle scelte etiche, a contribuire a queste nuove abitudini alimentari sono fattori come la scelta di seguire una dieta: 15,8 milioni di italiani ne hanno iniziata una nel 2025, il cibo viene sempre più visto nella funzione di alleato della propria salute. I carrelli si riempiono così di frutta esotica (+55%), latte fermentato o kefir (+27%), yogurt (+26%), pane fresco (+22%), olio extravergine di oliva (+20%), mentre i cibi ultraprocessati interessano sempre meno ai consumatori; più compaiono additivi in etichetta e più diminuiscono le vendite. In questo trend, accelerano anche il biologico e, soprattutto tra i giovani, il  no-alcol. «La difficoltà economica delle famiglie italiane è chiara, ma al tempo stesso hanno individuato delle priorità chiare su cui costruire il proprio futuro: gli italiani ci indicano la via, ad esempio con il cibo, per migliorare la qualità di vita e il modello economico in cui viviamo – racconta Maura Latini, presidente di Coop Italia -. Per gli italiani, il driver principale di acquisto è la convenienza: tenere in equilibrio questo aspetto e laqualità è la sfida di Coop e delle aziende produttrici».

La crescita attesa della private label

Malgrado l’inflazione alimentare sia meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa (nei primi sette mesi del 2025 la crescita è stata del +3,1% su base annua e del +29,1% rispetto al 2019, a fronte di una media Ue rispettivamente del +3,3% e del +38,5%), le difficoltà reddituali degli italiani fanno sì che, anche per quanto riguarda il cibo, tra i fattori principali di acquisto i più importanti siano la ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza. Senza tuttavia trascurare la qualità e la ricerca del prodotto e della marca giusta. Nei primi sei mesi del 2025 il discount è cresciuto a volume dell’1,8%, contro il 2,7% del canale dei supermercati, dove gli italiani prediligono i prodotti in promozione e quelli a marchio del distributore. Infatti, il 40% degli italiani inizierà o aumenterà l’acquisto di prodotti alimentari in offerta/promozione (mentre solo il 5% smetterà o diminuirà), mentre il 18% acquisterà più prodotti a marca del distributore, più del doppio rispetto a quelli che aumenteranno l’acquisto di marchi industriali (9%). «In questi anni abbiamo rivoluzionato i nostri scaffali, cercando il giusto equilibrio tra il prodotto di marca e la private label, per soddisfare gli stili di vita del nostro consumatore – spiega Ernesto Delle Rive, presidente di Ancc Coop -. Il prezzo è una componente, ma non l’unica che deve determinare la scelta. Dallo studio emerge un consumatore diverso, che cerca di coniugare una tendenza a prendersi cura di sé stesso, ma anche di difendere i propri livelli di consumo».

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9 settembre 2025