di
Ruggiero Corcella

L’intervento è stato effettuato al Massachusetts General Hospital da un’equipe coordinata dal professor Leonardo V. Riella. Bill Stewart, il paziente, sta bene, è a casa da due mesi e ha anche ricominciato a lavorare. Non ha più bisogno di sottoporsi alla dialisi, per la prima volta dopo 2 anni

E siamo a quota quattro: Bill Stewart, 54 anni, è diventato il quarto paziente americano a ricevere il rene di un maiale geneticamente modificato. Il trapianto è avvenuto il 14 giugno scorso, ma eGenesis la biotech che ha fornito l’organo ingegnerizzato lo ha reso ufficiale soltanto ieri. L’azienda ha dichiarato lunedì che la Food and Drug Administration statunitense ha dato il via libera alla sperimentazione umana sui reni dei suoi maiali. Un nuovo trial clinico, che imprime un’ulteriore spinta alla ricerca sullo xenotrapianto.  Nel febbraio scorso, infatti,   United Therapeutics, un’altra biotech americana, aveva a sual volta annunciato il via libera dell’organismo regolatorio Usa ad un trial clinico su 6 pazienti, che sarà ampliato fino a 50 se i risultati saranno positivi

In dialisi tre volte la settimana per un’insufficienza renale

Secondo quanto riferisce eGenesis, prima del trapianto, Stewart, che nella vita fa l’allenatore sportivo e il fisioterapista,  si sottoponeva a dialisi tre volte a settimana per oltre due anni a causa di un’insufficienza renale dovuta a ipertensione e ha dovuto affrontare tempi di attesa più lunghi della media per un trapianto di organo umano a causa del suo gruppo sanguigno di gruppo zero. È stato dimesso dal MGH il 21 giugno e non ha più bisogno di sottoporsi a dialisi per la prima volta in oltre due anni.




















































«Sono profondamente grato al team dei trapianti del MGH per avermi dato questa opportunità e una nuova prospettiva di vita. La cura, la compassione, la gentilezza, il supporto e l’intelligenza che il team ha investito nella mia cura e nello studio dello xenotrapianto saranno per sempre apprezzati da me e dalla mia famiglia. L’impegno nei miei confronti è stato evidente fin dal primo giorno e mi ha permesso di avere fiducia nel processo e nella ricerca. Non potrei essere in mani migliori», ha affermato  Stewart.

«Tornare al lavoro è stato fantastico»

Secondo quanto riferisce la Cnn, Stewart sta gradualmente tornando ai suoi due lavori: uno presso un’organizzazione no-profit che si occupa di persone con disabilità fisiche e un altro dove aiuta a gestire il programma di medicina sportiva del Massachusetts General Hospital. «È stata una cosa fantastica», ha detto Stewart a proposito del ritorno al lavoro. «Penso che mentalmente sia stato un bell’ ostacolo da superare… poter vedere tutti, fare due chiacchiere e ritrovare un po’ il ritmo». Ma la cosa che lo entusiasma di più è tornare all’aria aperta. Stewart e sua moglie facevano spesso escursioni e kayak nei fine settimana, prima che lui si ammalasse troppo e non potesse più continuare. «Il mio livello di energia è ancora lontano da quello che vorrei, ma stare all’aria aperta, lasciarmi alle spalle la procedura e sapere che, si spera, c’è un futuro luminoso davanti a me».

Un italiano a capo del team che ha effettuato l’intervento

L’Italiano Leonardo V. Riella, MD, PhD, direttore medico per il trapianto di rene presso il MGH, ha ricoperto il ruolo di ricercatore principale e ha guidato lo studio clinico, supervisionando il team multidisciplinare addetto ai trapianti. Tatsuo Kawai, MD, PhD, direttore del Legorreta Center for Clinical Transplant Tolerance, è stato il chirurgo responsabile dei trapianti per entrambe le procedure, supportato da Nahel Elias, MD, direttore Chirurgico per il Trapianto di Rene.

«Questo è un momento storico per lo xenotrapianto. Vedere un paziente sopravvivere alla dialisi per oltre sette mesi con un rene di maiale geneticamente modificato è a dir poco rivoluzionario», ha affermato Riella. «Questo risultato è stato reso possibile da una straordinaria collaborazione tra mondo accademico, industria e governo. Desidero ringraziare eGenesis per la sua tecnologia all’avanguardia di editing genetico e la sua partnership essenziale; il nostro team di trapianto del MGH per la sua eccellenza clinica; e la FDA per la sua guida rigorosa e solidale».

Il 25 gennaio 2025 Tim Andrews, 67 anni, aveva ricevuto lo stesso tipo di rene ingengenrizzato utilizzato per Stewart, sempre al Massachusetts General Hospital. Ebbene adesso Andrews ha superato i sette mesi dal trapianto, diventando il ricevente più longevo al mondo di un organo geneticamente modificato di origine suina.  Andrews, che ha dovuto sottoporsi a dialisi per oltre due anni prima del trapianto, continua a vivere senza dialisi.

9 settembre 2025