Ha partecipato a soli 16 anni al Festival di Sanremo (nella sezione Giovani, era il 2003). Ma i suoi primi passi nel mondo della musica (e della televisione) li aveva mossi già in precedenza. La sua, come accade per chi ha un grande dono (e lei lo ha sicuramente), era una strada obbligata. Verdiana Zangaro – o semplicemente Verdiana – non poteva che vivere di musica.
Classe 1986, originaria di Rossano (in provincia di Cosenza), è diventata celebre al pubblico nel 2013 partecipando alla 12esima edizione di Amici di Maria De Filippi (vinse il rapper Moreno). Il successo e poi – come spesso accade nel mondo dello spettacolo – un periodo di stasi. Lei si è reinventata, tenendo però sempre la musica al centro. E poi si è cimentata in un’esperienza televisiva diversa dal passato, quella di Tale e Quale Show, vincendo la 14esima edizione.
Come hai scelto di proporti per Tale e Quale?
“Ho voluto tentare il provino e gli autori si sono emozionati. Per me è stata una grande soddisfazione, mi sono detta “sei stata brava”, cosa che faccio raramente. Non è stato facile decostruirsi per mettersi nei panni di un’altra persona; era un programma divertente ma anche tosto. Mi preparavo cercando interviste, entrando nel ruolo. La fase del trucco? Durava anche 5-6 ore”.
E Carlo Conti com’era?
“Speciale. Metteva sempre di buonumore”.
C’è una performance a cui sei più legata?
“Sicuramente quella di Celine Dion e Antonella Ruggiero, forse sono rimaste più impresse nel cuore del pubblico”.
Il complimento più bello che hai ricevuto?
“Sono stata veramente sommersa di attestati di stima. Credo che la gente abbia voglia di sentire la voce naturale, quella musica lì. Rispetto a 12 anni fa (quando partecipò ad Amici, ndr), adesso la gente l’apprezza di più”.
A Maria (De Filippi, ndr) dico grazie, mi ha insegnato cosa vuol dire lavorare seriamente perché ho visto lei quanto lavora. Lei è una grande stacanovista, è a conoscenza di qualsiasi cosa succeda lì; ha delle persone intorno che le riportano tutto
A proposito di Amici, di Maria De Filippi cosa ricordi?
“A lei dico grazie, mi ha insegnato cosa vuol dire lavorare seriamente perché ho visto lei quanto lavora. Lei è una grande stacanovista, è a conoscenza di qualsiasi cosa succeda lì; ha delle persone intorno che le riportano tutto. Maria sa tutto e mi ha insegnato la bellezza di credere nel proprio lavoro e di mettere dentro tutta te stessa per dare il meglio. Con Amici mi ha dato la possibilità di avere quello che ho”.
Dell’esperienza di Amici più in generale, invece?
“Quando partecipai io era molto diverso da ora. Ricordo grandi giudici esterni: Harrison Ford, Al Pacino. Ma anche dei duetti meravigliosi: da Antonello Venditi a Craig David. Quando un programma ti dà una possibilità del genere è un grande regalo. E poi io con Amici sono ripartita da zero”.
Ovvero?
“Mi ha dato la possibilità di vivere esperienze forti, ma senza paura. Sono tornata a suonare in una band, nei locali, nelle piazze, mi sono reinventata in mille modi per viverci. La musica non è solo Spotify, shooting e video. Spesso ora è questo quello che traspare. Certo, i ragazzi sono fuorviati: pensano che fare musica vuol dire fare una canzoncina e caricarla su Spotify. Invece la musica è una cosa seria: va ascoltata e studiata. Sembrerò una super millennial ma è così. E i trend del momento li decidono dei signori dietro alle scrivanie che neanche conoscono la musica. Per fortuna, comunque, c’è ancora chi sa riconoscere la musica bella”.
Non è tutto da buttare, quindi?
“Assolutamente. Anzi, non va demonizzata la musica attuale, è figlia dei tempi che viviamo. Certo, si sente tanta musica omologata, tutti cantano alla stesso modo, è difficile trovare quella canzone che ti fa veramente emozionata. Se nei testi, per esempio, si parla solo di sesso, droga, l’uomo che usa la donna… noi abbiamo una grande responsabilità invece. Per il resto, è del tutto normale che oggi una 12enne voglia essere Anna Pepe, accadeva anche quando io ero una ragazzina. Avevamo i nostri idoli”.
Oggi cos’è la musica?
“Principalmente un’industria. Si parla tanto oggi di giovani che escono e hanno problemi con le fragilità, anche perché ora è tutto stra amplificato dai social che a volte sono maledetti. Quando io avevo 17 anni, c’era comunque chi diceva ‘Verdiana è finita’. Io ho dovuto far fronte a questo, ma mi è servito per ridimensionare il mio ego. Ogni artista ha un ego immenso. E poi è facile trovare chi sale sul carro del vincitore. Ma quando le luci si spengono, poi, chi rimane?”.
Dopo Sanremo ho avuto due anni di depressione perché il mio discografico Elio Palumbo morì e i brani scritti con altri autori, acquisiti da un major, non potevo più utilizzarli.
Quando hai vissuto questo in prima persona?
“Dopo Sanremo ho avuto due anni di depressione perché il mio discografico Elio Palumbo morì e i brani scritti con altri autori, acquisiti da un major, non potevo più utilizzarli. Per due anni non ho più cantato né suonato”.
Come ne sei uscita?
“Io ho di buono che sono coraggiosa. Ho paura come tutti, però poi ho una forza per rialzarmi. Per me la musica è un bisogno, a prescindere dai risultati. Ovviamente quando hai 16 anni e fai presto Sanremo, tutti hanno grande aspettative. Invece io ho trasformato le aspettative in desiderio. Da quel momento in poi ho fatto dei percorsi, aiutata dalla mia famiglia e da professionisti. Mi sono promessa che mai avrei più permesso al sistema che gira intorno alla musica di ledermi”.
Ti nutri di musica al 100%, hai anche aperto una scuola in Calabria, giusto?
“Sì, proprio in questi giorni sto facendo dei lavori. Ho preso dei magazzini e li trasformerò in un music club con un palco e una vera e propria programmazione. Subito dopo Amici avevo in testa questo sogno di creare un luogo dove gli artisti calabresi potessero trovare una casa e creare insieme, condividere l’arte. Qui in Calabria mancano strutture del genere o comunque ci sono ma sono realtà piccole. Ho investito in questo luogo, aperto una scuola che ora, da piccola, sta diventando grande”.
Di che ordine di grandezza parliamo?
“La scuola esiste da 11 anni e raccoglie un bacino di utenza grande. Insieme a un’altra, aperta a Rossano, in totale ci sono circa 160 allievi. C’è chi è andato a The Voice Kids, chi a Io Canto Generation. Io, nel mio, cerco di fare del mio meglio. Sono cresciuta con la musica. A 3 anni feci il mio primo concorso, cantai ‘Questo piccolo grande amore’ e vinsi. Poi mi feci comprare il Canta Tu, fino a quando è arrivato ‘Bravo, bravissimo’ con Mike Bongiorno. Ho fatto tanta gavetta tra piani bar e ristoranti, i miei genitori mi hanno sempre sostenuta”.
Un incontro musicale che ti è rimasto nel cuore?
“Difficile scegliere, però sicuramente uno ha avuto un’evoluzione curiosa. Avevo 11 anni, partecipai a Carramba che Sorpresa e feci una sorpresa a Giorgia. Duettammo insieme. Dopo tanti anni, venne in concerto dalle mia parti e mi presentai nel suo camerino. Le dissi che ero io quella bambina di Carramba e che sarei andata Sanremo Giovani. Lei, con la dolcezza che la contraddistingue, mi invitò sul palco a cantare. La sua generosità è stata veramente rara”.
Invece del Sanremo da adolescente cosa ricordi?
“Per me è stata come una bolla bellissima vissuto con tanta incoscienza. Forse non avevo ancora la maturità forse, era come se fossi in un sogno. Ero una bambina, chiaramente quando cresci e capisci pensi ‘da adulta lo vivrei diversamente’. Come? Cercherei di godermela di più. Io oggi la musica la vivo come un regalo, non più come un’ansia”.
Poi nel 2021 di nuovo a Sanremo per la serata cover, con Orietta Berti. Lì eri con il gruppo “Le Deva”
“Quel progetto nacque nel 2015, quando venni contattata per cantare “L’Amore Merita” contro l’omofobia (2016, disco d’oro). Accettai subito, la canzone entrò nel cuore della gente e provammo a cantare in gruppo (con le due ex di Amici Simonetta Spiri e Greta Manuzi, insieme a Roberta Pompa). Abbiamo anche vinto l’equivalente del Festival di Sanremo in Albania, è stata una bella esperienza internazionale”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Ho tante cose in ballo. Dal punto di vista imprenditoriale, adesso mi preparo a un nuovo anno scolastico con la nuova struttura. Vorrei creare un vivaio di artisti calabresi”.
Ti farai aiutare da qualche altro artista conterraneo?
“Ho pensato a Brunori Sas. Lui è una persona pura. Condividiamo il pensiero che in Calabria ci siano tanti artisti su cui puntare un faro. Quindi non andremo noi a Milano ma porteremo Milano in Calabria. E poi, ovviamente, la Verdiana artista non appende le scarpe al chiodo. Ho tanti pezzi nuovi che ho scritto, stiamo cercando di capire se ci sarà una presentazione a Sanremo. Ora finisco il tour, poi si vedrà”.