Fughe da fermo, il cui titolo si ispira all’esordio letterario di Edoardo Nesi, vuole essere uno stimolo settimanale per ritrovare il piacere di leggere. Dunque, ogni giovedì, insieme a Martina Fasola del Libraccio di Como, che già collabora alla rassegna culturale Strade Blu Live – che ripartirà con la sua terza stagione a settembre -, vi suggeriamo tre nuove letture per il fine settimana. La magia di un libro è anche quella di accompagnarti in altri mondi, di farti entrare in empatia con i suoi protagonisti. Di prenderti per mano e riconsegnarti altrove, con la sensazione di avere vissuto un’esperienza nuova da conservare nel tempo. E allora buon viaggio tra le pagine di queste nuove storie di autori comaschi, ovunque vi conducano anche a settembre.

1 . Ludovico Einaudi. La musica, le origini, l’enigma . Enzo Gentile

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Da leggere perché. Per provare a conoscere e comprendere il successo di un artista attraverso lo sguardo attento ma non ammiccante di chi ne ha seguito da vicino il percorso. 

Sinossi

Non esistono libri dedicati a Ludovico Einaudi, uno degli artisti italiani più amati e seguiti nel mondo. Questo è il primo, pubblicato per i settant’anni del musicista e scritto da una autorità nel campo del Rock ed amico, da sempre, del musicista. L’opera racconta l’artista dai tempi dell’adolescenza all’affermazione come compositore e concertista. Dai gruppi rock nelle cantine di Torino alle prime esperienze sul palco, quindi gli studi nel campo della musica contemporanea, il Conservatorio, il perfezionamento con Luciano Berio. Einaudi visto da vicino, nella carriera e non solo, attraverso il suo profilo più intimo, famigliare, rimasto gelosamente protetto in questi anni. Il libro è arricchito dalle testimonianze e dai ricordi di chi lo ha conosciuto, da chi ha collaborato con lui. Le opinioni, i pareri, la stima di eminenti musicisti, strumentisti, critici musicali. L’apparato iconografico inedito è corredato da scatti inusuali, raccolti nei viaggi che l’artista e l’autore hanno fatto insieme.

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2 . Memoria rossa. La Cina dopo la Rivoluzione culturale . Tania Branigan

Iperborea

Da leggere perché. Unendo al rigore del grande reportage l’empatia della romanziera, Branigan racconta le derive pericolose di un paese che ha seppellito il suo passato: un destino da cui nessuno può sentirsi immune, nemmeno un Occidente che non vuole vedere lo sgretolarsi dei suoi valori democratici.

Sinossi

Carnefici e vittime, rancori irrisolti e colpe da espiare: è il lascito della Rivoluzione culturale, il movimento che, tra il 1966 e il 1976, sradicò tradizioni millenarie e diede vita alla Cina di oggi. Un decennio in cui nessuno rimaneva a lungo innocente o colpevole e l’unica verità, volubile e incerta, era il pensiero di Mao, che regolava ogni sfaccettatura della vita quotidiana. Tania Branigan ha incontrato e intervistato decine di sopravvissuti, pronti a ricordare ciò che lo stato cinese vorrebbe rimuovere. Un avvocato che da bambino denunciò la madre, colpevole di aver criticato Mao tra le mura di casa. Un compositore di Pechino deportato, torturato e poi riabilitato. Un’anziana di Chongqing che racconta la giovinezza che non ha mai vissuto, perché è stata costretta a trasferirsi nella miseria delle campagne. Il vedovo della professoressa Bian, uccisa dalle sue studentesse nell’Agosto rosso, e Song Binbin, la sua carnefice, che fu acclamata da Mao e oggi cerca di scagionarsi. Un coro dissonante di voci che ricostruiscono il passato e illuminano il presente della Cina di Xi Jinping: un regime prospero che mantiene il controllo assoluto sui suoi sottoposti, ma oggi alla delazione preferisce telecamere e software di riconoscimento facciale. E costringe i cittadini a ignorare le macerie della storia. Ma è possibile cancellare un ricordo traumatico? È sufficiente il benessere economico per dimenticare ferite così profonde? 

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3 . Dottor No . Percival Everett

La Nave di Teseo

Da leggere perché. Un romanzo folle e divertente che è, al contempo, una spy story e un’acuta satira del genere, ma anche una riflessione profonda quanto ironica sul nulla − e su quanto il nostro presente ci si specchi, quasi senza rendersene conto − che solo un autore come Percival Everett poteva regalarci.

Sinossi

Ralph Townsend si è scelto lo pseudonimo di Wala Kitu – Wala è il termine che indica il nulla in tagalog, Kitu è quello che indica il nulla in swahili – una vera e propria dichiarazione d’intenti per il massimo esperto mondiale di nulla. Professore emerito di matematica alla Brown University, da anni Wala, nel suo studiolo, contempla il nulla e cerca il nulla. Non l’ha trovato, ma sa che esiste. Proprio questa sua peculiare specializzazione gli fa incontrare John Sill, un miliardario che sogna di diventare un cattivo come quelli di James Bond, per vendicarsi della morte dei genitori di cui ritiene siano responsabili gli Stati Uniti d’America. Sill non bada a spese e ha i mezzi per convincere sia Wala che la sua collega di università Eigen Vector ad aiutarlo. Il progetto di Sill è di usare il nulla contro gli Stati Uniti ed è disposto a tutto pur di riuscire nel suo intento, anche ad attaccare Fort Knox dove è convinto venga conservato del nulla. Per maneggiarlo e usarlo per i suoi scopi, però, ha bisogno di Wala che ben presto si convince di dover sventare il diabolico piano per salvare non solo l’America ma anche se stesso ed Eigen. Riuscirà il professore a impedire al malvagio miliardario di far sì che accada il nulla? E nel farlo potrà fidarsi di Eigen e dei vari servizi segreti, o presunti tali, che danno la caccia a Sill?

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