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Gurdjieff, filosofo, scrittore, esoterista, è stato maestro e fonte di ispirazione per tanti, anche in campo artistico, ma che c’entra con la musica? In realtà, Gurdjieff è stato anche un musicista e compositore nella sua terra, ma in questo caso andremo ad approfondire quanto del suo messaggio spirituale è rimasto nella musica dei nostri tempi, e lo facciamo attraverso le pagine del libro di Vincenzo Greco, “Il tempo moderno e i suoi inganni. Riflessioni critiche nella musica: Ferretti, De André, Battiato, Waters”. Un’impresa ambiziosa, quella di Greco, che però eviscera in più di centocinquanta pagine delle considerazioni importanti, riservando più o meno ai quattro cantautori lo stesso spazio e mantenendo per sé le dovute conclusioni.

Mi preme però iniziare dal principio, trovo solitamente abbastanza noiose le prefazioni ai testi, da chiunque siano scritte, qualunque sia l’argomento, difficilmente resto appassionata, la mia intenzione è di procedere spedita verso il tema centrale di ogni libro, le prefazioni le avverto sempre come una sorta di allontanamento dall’oggetto del mio desiderio, in questo caso: le tesi presenti nell’opera. Ebbene, questa volta, mi sono dovuta ricredere perché le parole introduttive di Paolo Benini sono una delle cose più interessanti e accattivanti lette fino ad ora, scorrono con un eloquio sapiente, appropriato ma semplice, capace di raggiungere anche il più profano sull’argomento con la padronanza di chi conosce bene il tema trattato e lo fa suo divulgandolo agli altri.

Greco, insegnante, musicista e cantautore a sua volta, noto come Evocante, ha scelto quattro cantautori, se vogliamo controversi, ma che in realtà hanno scritto pagine di musica riflessiva, mistica nel caso di Franco Battiato, di rottura, politica ed estremamente provocatoria nel caso di Ferretti, De André e Waters. Due sono in vita, due sono in morte, tutti e quattro hanno preso una posizione netta e decisa contro il sistema.Cos’è il sistema? L’organizzazione nella quale siamo immersi e conduciamo le nostre vite, che ci tutela e ci difende attraverso leggi, regole, scritte e non, che abbiamo deciso di accettare per dare alla nostra società una forma chiara e ben strutturata, e che fa in modo che le nostre vite proseguano soddisfacenti e felici. Ma lo siamo per davvero? Siamo in molti ad aver avvertito un profondo cambiamento nelle pressioni della società negli ultimi decenni, gli artisti, di solito, dotati di una sensibilità al di sopra della norma, hanno avvertito anche prima questo cambiamento e alcuni di loro hanno deciso di farlo proprio e di cantarlo.

Incontriamo allora come primo approfondimento proprio il contraddittorio Ferretti, quello che si è imposto alla nostra mente come il sostenitore di un punk di rottura e di esaltazione totale contro il sistema e che poi, da un certo momento in poi, abbiamo compreso ben poco come uomo, ma sempre rispettato come artista e come essere pensante, Ferretti con il suo punk filosovietico ci ha indotto a riflettere quanto questa società sia diventata con il tempo più consumistica e tendente al capitalismo, quasi a richiamare alla memoria quegli avvertimenti del geniale intellettuale al quale l’Italia deve tanto che è Pier Paolo Pasolini quando afferma nelle sue parole: “La nostra società, producendo e ambendo sempre più verso beni superflui, tende sempre più allo sviluppo, a differenza di una società orientata verso il progresso, basata sulla produzione di beni necessari” e come dargli torto oggi? A suo tempo osteggiato, criticato, noi siamo i suoi più diretti testimoni che tutto ciò predetto dal giornalista regista si è realizzato.

Assistiamo quotidianamente anche alla svendita delle sonorità, l’AI gode di vita propria, pubblica album che scalano le classifiche, il tutto voluto da un sistema che ha sempre più da prendere dalla tecnologia e poco da dare al cantautorato, a chi la musica la suona, la scrive, la “fa” per davvero. È diventato tutto un mordi e fuggi digitale che però tranquillizza chi gestisce il potere, si sa che anche l’arte, la musica in particolare, è diventata una di quelle discipline in grado di influenzare le masse su questo, o su quell’argomento. La musica, che ci piaccia o no, è uno dei mass media più potenti del quale, da un certo momento in poi, il sistema ha capito la potenzialità e ha iniziato ad usarlo a suo piacimento.

Fortunatamente a questo andazzo alcuni artisti ancora resistono, o hanno resistito, De André, con le sue tinte folk e la chitarra puntata contro le ingiustizie e il potere, una sorta di Woody Guthrie tutto italiano, ci ha lasciato enormi testimonianze delle sue prese di posizione, Greco analizza bene i testi e riporta canzoni che dovrebbero essere imparate a memoria per il valore civile e sociale che hanno, nonché per la loro attualità, come accade per La domenica delle salme, in un periodo funestato da atroci conflitti, genocidi terribili in atto, come non far propri questi versi in cui si parla di gas esilaranti, di scimmia del quarto Reich, del defunto ideale? Come ci si può sentire oggi assolti se siamo tutti coinvolti in questo delirio che ci sta prosciugando giorno dopo giorno e dal quale non riusciamo ad emanciparci? Greco approfondisce la sete di potere, il desiderio di conquista, il bisogno di pecunia come fine ultimo supremo dell’individuo, ma è davvero questo che pretende da noi il sistema? Nasci, cresci, consuma, consuma, consuma, crepa, forse tra i meno espliciti in questa lotta troviamo proprio Franco Battiato ma che ci ha indotto alla riflessione attraverso le sue meditazioni lucide, le sue scoperte esoteriche, le sue melodie psichedeliche. Non ci ha forse invogliato con delicatezza ad aprire gli occhi, a tenere la mente all’erta, a controllare l’orizzonte ona solitary beach? Battiato è stato un alchimista della forma musicale, senza farci allontanare dal centro di gravità permanente, ci ha spinto a cercare il vero senso delle cose che risiede nella cura verso lo spirito e i propri cari.

Voce internazionale tra le più potenti, incisive, arrabbiate e sincere è sicuramente quella dell’ex Pink Floyd, Roger Waters, che proprio mai nei suoi sessant’anni e più di carriera si è tirato indietro di fronte a un’ingiustizia e ha chiamato, senza alcuna paura, i potenti “maiali” senza temere ripercussioni, lui è al mondo per lanciare messaggi da sempre contro questo sistema e lo fa attraverso la sua musica, i suoi live, senza abbassare la testa. Dal carattere rude, forse anche un po’ antipatico, mai si è lasciato condizionare da questi tempi moderni e ha continuato la sua ricerca e la sua composizione fregandosene altamente delle mode, delle leggi della digitalizzazione, cantando solo ciò che per lui è giusto: la difesa degli oppressi e l’apertura della mente senza soggiacere alle notizie preconfezionate come in una fattoria degli animali. Vincenzo Greco attraverso i suoi ottimi scritti, in uno stile professionale ma chiarissimo, ci invita a delle profonde riflessioni, prova a scoperchiare il vaso di Pandora delle leggi moderne alle quali l’uomo pensante sta soccombendo per diventare essere digitale, non si arrende al sistema e prova a lanciare messaggi nella bottiglia a chi è in grado di riceverli.

“Il tempo moderno e i suoi inganni” è un ottimo saggio che, nella sua semplicità e senza pretesa alcuna di risolvere i problemi, ci invita quanto meno all’approfondimento e si lascia terminare in pochi giorni, continuando però a consigliare spunti di riflessione a rilascio graduale anche a distanza nel tempo, soprattutto per i solitari che in queste pagine si sono riconosciuti e che troveranno un grande senso profondo del sé.

Autore: Vincenzo Greco
Uscita: 18/04/2025
Editore: Arcana
EditorePagine: 288
Prezzo: € 15,50

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