Gli anni Settanta, a Roma, e quel che ha portato al generale impoverimento dell’Italia di oggi. Ne “La ballata di Berenice” di Adriano Angelini Sut, attraverso le vicende di quattro personaggi, uno sguardo critico sulla contemporaneità…

Una immersione globale nella Roma degli anni ’70. Nel 1976, per essere precisi, in un periodo sferzato da tensioni sociali, desideri di giustizia, droghe autodistruttive e proiezioni verso un mondo che prometteva di essere più giusto e più libero. Ma solo a parole.

Un’Italia diversa

È in questo frullatore che nasce e si sviluppa La ballata di Berenice (250 pagine, 18 euro) di Adriano Angelini Sut, edito da Ad Est dell’Equatore, libro graffiante e per alcuni versi persino profetico il quale, partendo da un’Italia profondamente diversa da quella di oggi, smaschera alcuni dei prodromi che hanno condotto all’attuale impoverimento sociale e culturale, oltre che economico.

Quattro protagonisti

Attraverso l’intreccio di quattro protagonisti principali – Manuel, Berenice, Davide ed Alba – le cui vicende finiranno per aggrovigliarsi tra loro, in un crescendo di tensioni nelle quali evolveranno le rispettive personalità, lo scrittore romano ci accompagna in una avvincente trama dove amori e vendette, sogni e progetti faranno da sfondo ad una storia scritta con un linguaggio preciso e puntuale, nella quale non mancano neppure dei riferimenti musicali di livello. E in cui un certo sguardo critico sulla società contemporanea, che filtra in tante pagine, offre più di uno spunto per decifrare le derive del nostro mondo.

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