L’intervento del presidente della Commissione europea all’assemblea plenaria del parlamento di Strasburgo non mostra una direzione del tutto chiara. Insiste sulla necessità delle auto elettriche ma non usa più termini categorici sul divieto di vendita delle auto termiche dal 2035. Cita anche le e-car, i piccolissimi veicoli a batteria che dovrebbero avere prezzi accessibili


Roberto Speranza

Giornalista

10 settembre 2025 (modifica alle 15:21) – MILANO

Prima dice: “Il futuro è elettrico e l’Europa ne farà parte”; poi aggiunge: “Nel rispetto della neutralità tecnologica, stiamo preparando la revisione del 2035”; quindi correda il discorso con “milioni di europei vogliono comprare auto europee a prezzi accessibili. Per questo dobbiamo investire in veicoli piccoli e accessibili”. Queste frasi pronunciate il 10 settembre a Strasburgo dal presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante l’assemblea plenaria del Parlamento europeo appaiono puntare in direzioni quasi opposte. Comunque sembra (sottolineando sembra) esserci un’apertura concreta verso l’ipotesi di rovesciare una delle parti più controverse di ciò che viene chiamato green deal, vale a dire il regolamento che dal 2035 vieterà la vendita nell’Ue di tutti gli autoveicoli (privati e commerciali leggeri) nuovi che non siano a zero impatto di anidride carbonica. Essenzialmente, tutto ciò che viene alimentato da motori termici. Una normativa che sta gettando nel panico la maggior parte dei costruttori automobilistici, data la scarsa risposta del mercato verso le auto elettriche. Oltre a preoccupare una consistente quota del mondo politico, ultimo in ordine di tempo il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il quale ha dichiarato il 9 settembre al salone di Monaco: “L’impegno politico unilaterale a favore di determinate tecnologie non solo è fondamentalmente la strada sbagliata da seguire in termini di politica economica per questi settori, ma non è nemmeno la strada che ci consentirà di raggiungere in modo affidabile i nostri obiettivi comuni”.

apertura alla e-car—  

Un altro fattore sul quale la von der Leyen non si era mai soffermata pubblicamente finora è la scomparsa delle auto piccole a prezzi contenuti, dovuta prevalentemente all’eccessivo aumento dei costi di produzione indotto dalle tante normative su emissioni e dispositivi elettronici, il che ha annullato margini di profitto già storicamente molto scarsi. Da alcune parti dell’industria si sta facendo largo la proposta di produrre versioni continentali delle keicar giapponesi, cioè veicoli piccolissimi per muoversi nei centri urbani, economici da costruire. Solo che nel caso europeo sarebbero elettrici, viene usato il termine E-car. Durante il proprio intervento a Strasburgo sullo stato dell’Unione, Ursula ha specificato: “Proporremo di collaborare con le industrie in una nuova iniziativa per piccole auto accessibili. Credo che l’Europa debba avere la propria E-Car. E per ambientale – pulita, efficiente e leggera. E per economica – accessibile alle persone. E per europea. Non possiamo permettere che altri conquistino questo mercato”.