Politica sanitaria

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10 Settembre 2025

Le coperture vaccinali sono ancora troppo basse e segnano profonde differenze da una regione all’altra: proteggere gli adolescenti da malattie gravi ma prevenibili resta una sfida aperta per l’Italia

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Proteggere gli adolescenti da malattie gravi ma prevenibili come la meningite B e il Papilloma Virus resta una sfida aperta per l’Italia. Le coperture vaccinali sono ancora troppo basse e segnano profonde differenze da una regione all’altra. È l’allarme lanciato oggi a Roma durante l’incontro “Fare prevenzione fra strategia e consapevolezza: la coscienza della vaccinazione. Il futuro è nelle nostre mani”. Introdotta nel 2017 per l’età pediatrica, la vaccinazione contro il meningococco B non ha mai raggiunto l’obiettivo ministeriale del 90%: la copertura si ferma all’80%, con alcune aree sotto il 70%. Il problema, hanno ricordato gli esperti, è che la protezione tende a calare nel tempo. Eppure, il Piano nazionale vaccini 2023-25 prevede per gli adolescenti solo la protezione contro i ceppi ACWY, molto meno frequenti, lasciando fuori il sierotipo B, il più diffuso e pericoloso. “La meningite da meningococco ha una letalità che varia dal 10 al 20% – ha avvertito Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit e membro del Consiglio superiore di sanità – il sierotipo B è il più grave e colpisce soprattutto bambini e adolescenti. Da qui la necessità di introdurre un richiamo in adolescenza”.

L’infezione da HPV è la più diffusa tra quelle sessualmente trasmesse: l’80% delle persone sessualmente attive la contrae almeno una volta nella vita. È responsabile del 9,4% di tutti i tumori e del 100% dei casi di carcinoma della cervice uterina. Nonostante questo, nel 2023 solo il 45,3% delle ragazze dodicenni e il 39,3% dei coetanei maschi ha completato il ciclo vaccinale. Ben lontani dal 90% fissato da OMS ed Europa per eliminare i tumori HPV-correlati entro il 2030. “È l’unico vaccino oncologico, insieme a quello per l’epatite B – ha ricordato Andreoni – ed è fondamentale per la prevenzione di tumori sia maschili sia femminili”. Proprio sull’Hpv, Silvia Gregory, Vicepresidente ACTO, ha raccontato: “Come associazione organizziamo molti  webinar per raggiungere la maggior parte delle persone e fare in modo che nel genitore si formi una coscienza della vaccinazione dell’Hpv, un problema non solo femminile ma anche maschile”.

Importante su questo fronte il ruolo del medico di medicina generale che, come spiega ai microfoni di Sanità33 Alessandro Rossi, presidente Simg, è quello di “attenzionare che anche l’adolescenza può essere oggetto di un intervento preventivo di natura vaccinale e iniziare un intervento congiuntamente anche con i genitori per comunicare loro tutte le opportunità e l’importanza delle vaccinazioni”. Secondo gli esperti, i due nodi principali restano le difformità regionali e la difficoltà ad intercettare i giovani nella fascia 11-14 anni. Da qui la richiesta di un intervento nazionale: inserire il richiamo per la meningite B nel Pnpv e nei Lea, lanciare un piano straordinario contro i tumori da HPV, rafforzare il recupero attivo dei non vaccinati e utilizzare strumenti di prossimità – scuole, farmacie, sport – per raggiungere famiglie e ragazzi.

E su questo fronte la politica ha degli obiettivi importanti da portare avanti: “Bisogna fare interventi che mirino ad uniformare tutti calendari vaccinali regionali ed è fondamentale aumentare la divulgazione sulla sicurezza, l’utilità e l’importanza dei vaccini”, spiega Elisa Pirro, membro ella V Commissione, programmazione, economica, bilancio del Senato.


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