Un vento a 200 all’ora, milioni di alberi abbattuti, torrenti in piena e comunità montane travolte. Era l’ottobre 2018 quando la tempesta Vaia si abbatté sul Nordest, lasciando dietro di sé un paesaggio stravolto e ferite ancora aperte. A otto anni di distanza, quelle immagini tornano a parlare attraverso la mostra There’s no calm after the storm, firmata dal fotografo Matteo de Mayda.

L’esposizione, che si inaugura venerdì 12 settembre alle 15 presso il Palazzo delle Contesse di Borgo Valbelluna, è un viaggio visivo e scientifico nelle conseguenze di Vaia. Un progetto nato dalla collaborazione con i dipartimenti Tesaf e Dafne dell’Università di Padova, che unisce fotografia documentaria, ricerca ambientale e memoria storica.

«Abbiamo fortemente voluto questa mostra – spiegano gli organizzatori – perché ci invita a riflettere sul cambiamento climatico e sulla fragilità dell’ecosistema in cui viviamo».

Le immagini di de Mayda raccontano pendici brulle, foreste invase dal bostrico, comunità che resistono e si reinventano. Il progetto, vincitore della borsa ISPA e del Premio Gabriele Basilico, è stato esposto in Italia e all’estero, e ora arriva nel Bellunese con l’obiettivo di sensibilizzare anche le scuole delle zone colpite.

Matteo de Mayda, trevigiano classe 1984, vive a Venezia “come atto politico di resistenza”. Le sue fotografie sono state pubblicate da testate internazionali come The New York Times, Internazionale e Die Zeit, e hanno fatto il giro del mondo, dalla Biennale di Venezia al Design Museum di Londra.

 Info mostra
Inaugurazione: venerdì 13 settembre 2025, ore 15
Luogo: Palazzo delle Contesse, Borgo Valbelluna
Contatti: IAT Borgo Valbelluna – 0437 544294
 Email: turismo.mel@comune.borgovalbelluna.bl.it
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