Educare i giovani allo sport e toglierli dalla strada in un quartiere ormai diventato simbolo di Catania, Librino. Questa è la missione dei Briganti Librino, associazione sportiva di rugby nata nel 2006 dall’idea di un gruppo di volontari Iqbal Masih. L’intento di questa associazione è, scendendo più nello specifico, quello di educare, oltre che allo sport, alla legalità come alternativa alla strada e alla criminalità nel quartiere, purtroppo noto per vicende controverse.
Nel 2012 i componenti dell’associazione decisero di occupare il campo San Teodoro XXV Aprile, una struttura sportiva che si trovava in stato di abbandono e che adesso invece è diventata il quartiere generale dell’associazione. In questa struttura le squadre maschile e femminile e quelle del settore giovanile giocano le partite casalinghe e svolgono gli allenamenti.
Gli obiettivi sportivi
Nel corso degli anni l’associazione ha provveduto a creare anche degli orti urbani e un biblioteca e ha portato avanti anche progetti scolastici. A illustrare i dettagli di questo progetto è Pietro Mancuso, uno dei soci fondatori e attuale allenatore dell’Under 14 maschile, che mostra prima di tutto i risultati sportivi ottenuti e i programmi futuri.
«Il club – spiega Mancuso – il prossimo anno compie 20 anni e a febbraio faremo delle iniziative per la ricorrenza dei 20 anni dalla fondazione. Da allora il club è cresciuto tanto, è partito come un piccolo progetto, ma adesso può vantare tutte le categorie sia maschili che femminili, sia giovanili che seniores. C’è stato un momento di ripartenza post Covid, ma l’attività non si è mai interrotta. Abbiamo circa 350 tesserati, numeri impegnativi ormai da diversi anni. Per avere tutta la filiera si è passati da molti anni di formazione. Con la squadra sensiores maschile facciamo la Serie C, mentre con quella femminile la Serie A. Quest’anno abbiamo una maggiore organizzazione, un gruppo molto competitivo e non escludiamo di fare il salto di categoria».
Rugby sociale
Ma il salto di categoria interessa fino a un certo punto, in quanto «noi abbiamo un obiettivo di rugby sociale e quindi quello di intercettare i ragazzi per dargli delle alternative a quella che è la strada. L’obiettivo è avere categorie complete con attività completa, con una trentina di ragazzi e ragazze per categoria per concludere l’attività serenamente. Sia la Serie C che la Serie A saranno più competitive quest’anno. Lo scorso anno la squadra maschile in Serie C ha fatto i playoff per salire di categoria e li ha persi contro il Palermo. Quest’anno ci sarà una promozione diretta e ci proveremo tramite il campionato. Per la squadra femminile, che al momento è in Serie A, non abbiamo in programma di passare alla categoria elite. Noi vogliamo accogliere ragazzi e ragazze che hanno voglia di praticare sport».
Un club seguito a livello nazionale
Gli obiettivi sportivi si portano avanti a piccoli passi e l’impianto ha una sua importanza nel meridione.
«Il nostro obiettivo al momento è quello di rinforzare la società sia in termini di qualità che in termini di quantità per proseguire un percorso che stiamo portando avanti. Questa è la terza stagione che facciamo la Serie A con la squadra femminile, una cosa molto impegnativa. Quest’anno abbiamo alcuni rientri e anche un parco giocatori che permetteranno di fare un’attività di maggiore qualità. L’impianto San Teodoro ha un manto in erba sintetica di ultima generazione, che è uno dei più belli del sud Italia».
Le iniziative imminenti non mancano e l’attenzione da parte dei media c’è malgrado le categorie in cui si gioca. «Abbiamo un open day la mattina di sabato 27 settembre per chi vuole provare a fare questa attività e che sarà totalmente gratuito. Facciamo anche laboratori nelle scuole, che ci diranno se riusciremo a portare avanti o meno questa crescita. Abbiamo avuto un attentato al campo nel 2018 e per l’attività che facciamo è un club molto seguito anche a livello nazionale, malgrado non faccia le categorie elite».
Giuliano Spina