A Monza, in pista si sono viste soltanto dieci squadre. Tuttavia, durante il fine settimana brianzolo, dietro le quinte c’era un undicesimo team che ha lavorato come se fosse già davvero immerso nella competizione, ossia Cadillac. La scuderia statunitense ha scelto di proseguire il proprio percorso di avvicinamento al debutto in Formula 1 previsto per il prossimo anno comportandosi come se fosse già in griglia, cercando di replicare la stessa intensità e gli stessi ritmi di un weekend ufficiale.
Non si è trattato di un semplice esercizio di stile, ma di un lavoro concreto e strutturato. Quando si parte da un foglio bianco, come sta facendo Cadillac, e si mette insieme un gruppo eterogeneo di ingegneri, dai veterani del paddock ai giovani appena usciti dalle università, la priorità diventa imparare a funzionare come un unico organismo.
Significa affinare la comunicazione interna, sincronizzare le competenze e assimilare i ritmi e le pressioni di un fine settimana di gara, in cui ogni minuto è scandito da attività precise e interdipendenti. Per questo è fondamentale imparare a lavorare insieme, rispettando scadenze rigorose, senza arrivare impreparati.
Cadillac Formula 1 Team Simulazione di un weekend di gara in preparazione al 2026
Foto di: Cadillac Communications
Per raggiungere questo obiettivo, la squadra ha avviato un programma parallelo che coinvolge il personale incaricato della gestione delle vetture e delle attività, sia in pista sia da remoto, così da affrontare una sfida che si preannuncia estremamente impegnativa con una base già solida.
Il primo GP simulato è stato quello di Spagna, a Barcellona, dal giovedì alla domenica, coprendo ogni fase del weekend: dalle prove libere alle qualifiche, fino alla gara e agli impegni collaterali, sfruttando il simulatore nella sede di Charlotte, negli Stati Uniti.
Circa cinquanta persone, distribuite tra la fabbrica americana, dove si trova anche il remote garage, e quella inglese di Silverstone, dove gli ingegneri stanno sviluppando il telaio, hanno replicato il lavoro e gli impegni di un vero appuntamento di Formula 1. L’esperimento è stato poi ripetuto la scorsa settimana in occasione del Gran Premio d’Italia a Monza.
Cadillac Formula 1 Team Simulazione di un weekend di gara in preparazione al 2026
Foto di: Cadillac Communications
Dal giovedì, il team ha lavorato al simulatore per affinare la “vettura virtuale” sessione dopo sessione, simulando anche l’analisi dei dati raccolti “in pista” e abituandosi ai ritmi serrati tipici di un team di gara. Ogni ciclo di prove virtuali è stato seguito da debrief tecnici, durante i quali gli ingegneri hanno discusso come intervenire e valutato l’impatto di ogni intervento, un passaggio fondamentale anche per calibrare con precisione i tempi.
Parallelamente, sono stati organizzati i “reliability meeting” per verificare, anche in assenza di una monoposto reale, la qualità e l’affidabilità di specifici componenti. In un normale weekend di gara, infatti, dopo ogni sessione un membro del team ispeziona fisicamente la vettura alla ricerca di eventuali anomalie, ma chiaramente i controlli si estendono anche a cambio, Power Unit e altri elementi tramite il controllo dei dati.
In un lavoro di questo genere non sono mancati i meeting strategici, durante i quali si è pianificato e discusso come reagire a diversi scenari di gara, dalla gestione delle gomme a un possibile ingresso della Safety Car, capace di stravolgere completamente la situazione. In assenza di una vettura reale, si ricorre a un modello preimpostato, ed è proprio per questo che queste simulazioni rivestono un ruolo fondamentale.
Cadillac Formula 1 Team Simulazione di un weekend di gara in preparazione al 2026
Foto di: Cadillac Communications
Questi momenti sono vitali anche per lo sviluppo del software interno: ogni simulazione genera dati preziosi, archiviati e utilizzati per addestrare algoritmi in grado di fornire previsioni e scenari sempre più accurati. Certo, nel momento in cui il team sarà davvero in pista diventerà tutto più complesso, ma tutto questo aiuta il software e anche gli strateghi a gettare le basi del lavoro.
Il programma ha incluso persino la simulazione degli impegni mediatici dei piloti, sebbene non fossero fisicamente presenti (Valtteri Bottas era a Monza, ma in qualità di terzo pilota Mercedes). Un esercizio utile per capire come a livelli di tempi come integrare questi obblighi con i briefing tecnici e il lavoro sulla vettura, conciliandoli con tutti gli impegni ufficiali previsti con media e sponsor.
In sostanza, Cadillac sta costruendo un “campionato ombra” lontano dai riflettori, dove ogni procedura viene testata, ogni ruolo viene messo alla prova e ogni imprevisto viene simulato. L’obiettivo è arrivare a Melbourne, al debutto ufficiale, non come un’esordiente inesperta, ma come una squadra che ha già vissuto, almeno in forma simulata, parte di quelle pressioni, le decisioni lampo e le emozioni di un vero Gran Premio.
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