La longevità dipende anzitutto dal nostro modo di vedere e affrontare la vita. Lo sostiene Filippo Ongaro nel suo nuovo libro Il mindset della longevità (Vallardi), di cui ci ha parlato in questa intervistaLa longevità in 5 regole per cambiare punto di vista sul (nostro) futuro
Dovremmo essere più fatalisti, ma contemporaneamente consapevoli che la qualità della nostra vita dipende da noi. Da qui parte Il Mindset della Longevità (Vallardi), il nuovo libro di Filippo Ongaro, tra i pionieri della Medicina Anti-aging e Funzionale, per oltre sette anni medico degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea, nonché autore di numerosi bestseller dedicati al perché e al come si può vivere più a lungo.
Stavolta il dottore insiste sull’importanza di cambiare il nostro punto di vista e il nostro modo di affrontare la vita, il mindset appunto, e concentrarci non tanto su quanto vorremmo vivere, ma come vorremmo farlo. «Con lo sviluppo della scienza della longevità siamo di fronte alla possibile creazione di due diversi scenari: una longevità angosciata, preoccupata e insoddisfatta, e una invece felice e radiosa. La prima nasce dalla paura della morte, la seconda dalla gioia di vivere. Sta a te scegliere quale preferisci», scrive il dottor Ongaro. Nel libro spiega come cambiare il mindset che ci intrappola, prima di offrire una piccola “cassetta degli attrezzi” in cui riassume come sfruttare gli strumenti che abbiamo a disposizione per vivere meglio, tra i quali l’alimentazione spicca insieme all’attività fisica e, tra le altre cose, quella spirituale. Ne abbiamo parlato con lui, per offrirvi una piccola anticipazione di questo volume che vale la pena leggere a fondo, con 5 regole da tenere sempre a mente.
La longevità in 5 regole per cambiare punto di vista sul (nostro) futuro
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1. La longevità è un valore, ma anche un obiettivo
«La longevità – comincia Ongaro – è un valore che abbiamo già conquistato perché in pochi decenni grazie alla scienza l’aspettativa di vita si è incredibilmente alzata. È un grande vantaggio che però va sfruttato. Il punto non è vivere fino a 90 o 100 anni, ma vivere bene fino a quella età, adottando uno stile di vita che ci aiuti a ridurre malattie cronico degenerative e soprattutto a essere più felici e soddisfatti. In questo senso la longevità è un obiettivo».
2. Per vivere meglio e più a lungo bisogna cambiare punto di vista sulla vita
«Il mindset è l’approccio emotivo che abbiamo nei confronti della vita, ed è quello che fa la differenza tra il vivere bene e il non vivere bene. Ci sono persone più grate e soddisfatte ma malate che vivono meglio di chi gode di buona salute ma ha una brutta mentalità. La buona notizia è che si può cambiare: il cervello è plastico, si adatta ai cambiamenti, anche se fa fatica ad affrontarli. Ecco, bisogna combatterla questa fatica, perché provando a cambiare un po’ se stesso ognuno di noi può essere più felice».
3. Si cambia facendosi delle domande
«Il momento di cambiare secondo me coincide con la famosa crisi di mezza età che prima o poi attraversiamo tutti, quel momento della vita in cui ognuno di noi si chiede: sto sopravvivendo o mi sto godendo gli anni che ho? A questo punto c’è chi decide di silenziare le risposte e fare scelte impulsive che mandano tutto a rotoli e chi invece sceglie di affrontare un processo di cambiamento dandosi delle risposte strutturate e comportandosi di conseguenza impegnandosi ogni giorno a vivere una vita più appagante».
4. Una vita lunga e appagante passa anche dalla consapevolezza alimentare
«L’approccio nutrizionale alla longevità è prima di tutto fondato sulla consapevolezza alimentare» scrive il dottor Ongaro nel suo libro. E con noi, alla luce degli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità che raccontano di un peggioramento del modo di mangiare di noi italiani, commenta: «Rispetto a qualche anno fa la consapevolezza alimentare è decisamente più diffusa. Sempre più persone sanno quanto sia importante lo stile di vita per prevenire malattie croniche e sentirsi in salute. Il punto è che questa consapevolezza non va sempre di pari passo con la pratica, perché il cibo spesso è la risposta più immediata all’insoddisfazione, alla rabbia, alla solitudine, come la compensazione per mancanze più profonde. Cambiare mindset serve a cambiare anche questo approccio».
5. A uno stile di vita sano bisogna abituarsi sin da bambini
«Credo molto nell’importanza di corsi di educazione alimentare di cui tanto si discute ultimamente in Italia, ma è anzitutto in famiglia che si impara a mangiare sano, ed è sempre in famiglia che si impara che uno stile di vita corretto passa contemporaneamente dall’attività fisica. Perciò credo che talvolta vadano sensibilizzati anzitutto i genitori sul fatto che l’iperalimentazione e la mancanza di sport espongano i bambini a rischi molto seri in età adulta. Se si lavora su questo, si crescono figli consapevoli, con un mindset orientato a una vita non solo più lunga, ma decisamente più felice».
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