Ma basta addentrarsi nei sentieri del Novecento per scoprire come la Scuola romana sia ingiustamente dimenticata e sempre da Il Ponte il 28 maggio «La strada» del 1952, intensa composizione di gusto espressionista firmata Mario Mafai di 69×104 cm non è andata oltre gli 11mila euro. 

Anche il sostenitore della classe operaia Fausto Bertinotti ha compreso a proprie spese come il mercato dell’arte abbia una base popolare. La sua piccola collezione realizzata con la moglie Lella il 2 luglio da Finarte a Milano ha visto primeggiare solo i due «Mao» in 250 esemplari di Andy Warhol venduti per 234mila euro, quattro volte al di sopra delle invoglianti stime. 

Ma quasi mai i patrioti sono andati oltre i 10mila euro, nemmeno di fronte a dediche struggenti. Così non è bastata la scritta a mano di Piero Dorazio a Lella Bertinotti «leggiadra colonna del suo compagno, custode e promotore delle nostre speranze!» apposta su una piccola «Composizione» del 2003 per risvegliare la fantasia di qualche nostalgico che invece, con cinismo, si è aggiudicato l’opera per soli 2,4mila euro. Non è stato certo strapagata nemmeno un’altra tecnica mista su carta del 1994 (54×68 cm), sempre di Dorazio e proveniente sempre da Bertinotti che si è arrestata a 7mila euro quando in galleria avrebbero chiesto almeno il triplo. 

L’ex presidente della Camera ha fatto poi la gioia di chi, senza troppo impegnarsi, si è assicurato per 3,6mila euro un «Cavallo» in bronzo di Mario Ceroli (43x44x14,5 cm) e per 2,5mila un «Vaso fisiognomico» di Luca Maria Patella

E sul fronte dei maestri storici la vendita di Finarte presentava anche una significativa testimonianza di Mario Sironi del 1961 con la classica frammentazione degli elementi, venduta per 12,1mila euro quando solo una decina d’anni fa avrebbe totalizzato il doppio. 

Nella stessa occasione è scivolata via nell’indifferenza generale una rara scultura in legno di Pericle Fazzini del 1938, esposta quell’anno in Biennale, che ha chiuso la gara a 2,5mila euro rendendo soddisfatti solo i nuovi proprietari. 

L’arte plastica è in gran parte ancora da setacciare e il primo giugno da Farsetti a Prato, «Giocoliere», storica realizzazione di Marino Marini del 1932 (27x8x8 cm) non è andata oltre i 9,5mila euro rimanendo lontana dalle aspettative del proprietario che sperava d’incassarne 14mila. 

Il 3 aprile poi da Capitolium di Brescia una piccola «Crocifissione» in bronzo di Giacomo Manzù (40×27 cm) si è fermata a 2,7mila euro, la metà de «Le tre grazie al bagno», l’opera figurativa realizzata da Fausto Melotti nel 1930 per Richard Ginori offerta il 29 gennaio durante la vendita fiorentina di Pandolfini

Non solo la storia va in saldo ma anche buona parte degli anni Sessanta e Settanta, con prezzi estremamente favorevoli in un contesto vario che spazia da Giulio Turcato a Aldo Mondino da Achille Perilli a Piero Gilardi. Per un piccolo Tappeto Natura, «Murex bianca» di quest’ultimo, (30×30 cm) sono stati sufficienti 3,8mila euro, come ha confermato il primo luglio Cambi a Milano.