di
Daniela Polizzi
Il direttore generale Vinci ai dipendenti: «Spero che resti il nostro marchio»
A sei giorni dalla riapertura dei termini dell’Opas del Monte dei Paschi, arrivata al 62,3% di Mediobanca, il mercato si muove. L’investitore più attivo è stato Blackrock che ieri, secondo le comunicazioni Consob, è salito al 5,011% di Mps.
All’assemblea del Monte ad aprile il fondo Usa si era presentato con circa lo 0,5% e aveva espresso un parere sfavorevole sull’Opas su Piazzetta Cuccia. Ora sembra pronto a puntare sul progetto dell’istituto guidato da Luigi Lovaglio: ha scambiato il suo 5% circa di Mediobanca aderendo all’Opas del Monte. Il 3,174% della quota di Blackrock è costituito da azioni con diritto di voto mentre il resto è legato a prestito titoli e a derivati costruiti per conto di clienti.
È possibile che altri investitori istituzionali accrescano il loro peso nel capitale di Siena, soprattutto nel caso in cui la quota dell’istituto toscano in Mediobanca dovesse salire in modo rilevante dopo la riapertura dell’offerta. E proprio di questo tema ha parlato il direttore generale di Mediobanca Francesco Saverio Vinci in un videomessaggio pensato per rassicurare e motivare i 6.500 dipendenti dell’istituto dopo i risultati dell’Opas. «Da ieri abbiamo un azionista al 62% e di questo dobbiamo prendere atto. Per la nostra esperienza le riaperture portano a un incremento della partecipazione che si avvicinerà probabilmente intorno all’80%» perché «molti fondi legati agli indici saranno costretti a ridurre la quota in Mediobanca». Poi Vinci, da investment banker, ha voluto entrare nel merito del progetto futuro di Mps. «La cosa positiva è che non ci sono sovrapposizioni. La fusione potrebbe essere il male minore. Due entità così diverse e collegate da un azionariato, ma non capaci di fare reali sinergie, non sarebbero il quadro migliore per la banca», ha detto il manager.
Non è detto però che Siena vada in realtà in quella direzione proprio perché, essendo Mps e Mediobanca realtà così diverse, senza sovrapposizioni, non necessitano di sinergie sui costi ma piuttosto di un lavoro in squadra per accrescere i rispettivi business. Le valutazioni sono in realtà in corso sull’opportunità o meno di una fusione che potrebbe essere la destinazione finale di un percorso con varie tappe, più lungo.
Una strada che potrebbe all’inizio passare da una combinazione tra le due banche. Prima potrebbe esserci il delisting di Mediobanca che a quel punto resterebbe una controllata di Mps. La scelta dipenderà dall’esito della dialettica sulla governance in corso tra il board del Monte e suoi soci oltreché dal piano che ne nascerà. A doppio filo è legata anche la scelta del ceo e del presidente di Mediobanca.
Se l’assemblea per il rinnovo del vertice di Piazzetta Cuccia sarà confermata per il 28 ottobre, Mps avrà tempo fino al 3 ottobre per comporre la lista. Vinci ha poi sottolineato come Mps abbia acquistato Mediobanca «a un prezzo e con uno sforzo economico non irrilevante». L’auspicio è il che «il brand rimanga evidentemente e visibilmente il nostro».
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11 settembre 2025
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