di
Ruggiero Corcella

Un nuovo rapporto del Global Fund per la lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria celebra un traguardo storico: 70 milioni di vite salvate dal 2002. Ma l’organizzazione avverte: senza nuovi investimenti e impegno politico, i successi faticosamente raggiunti potrebbero svanire, lasciando spazio a una recrudescenza delle tre malattie più letali

Settanta milioni di vite salvate in poco più di vent’anni. È questo il traguardo raggiunto dal Global Fund per la lotta contro AIDS, tubercolosi e malaria, che nel Rapporto sui risultati diffuso a Ginevra segna un successo senza precedenti. Dal 2002, la mortalità combinata delle tre malattie è stata ridotta del 63% e l’incidenza del 42%, grazie a terapie più diffuse, diagnosi più efficaci e prevenzione sempre più capillare. Una risposta concreta a chi, come l’amministrazione Trump negli Usa ritiene «inutile» la cooperazione internazionale e ha seppellito un’organizzazione governativa fondamentale come USAid.

Massimizzare ogni dollaro

«Ciò dimostra che con i giusti strumenti, partenariati forti e investimenti di portata adeguata possiamo cambiare in meglio il corso della sanità globale» sottoline Peter Sands, direttore esecutivo del Global Fund. Che però mette in guardia: «Nell’odierno ambiente geopolitico, rapidamente mutevole, non c’è spazio per l’autocompiacimento. La comunità sanitaria globale deve accelerare per ridurre la frammentazione, eliminare sovrapposizioni e semplificare, per i Paesi, la collaborazione con noi. Il Global Fund si impegna a realizzare un cambiamento audace – massimizzando ogni dollaro, rispondendo alle esigenze in evoluzione dei Paesi e accelerando il passaggio a sistemi sanitari a guida nazionale e finanziati a livello nazionale» 

L’impatto del disimpegno di Usa, Uk e altri Paesi

Ma qual è stato l’impatto delle decisioni statunitensi (e non solo. anche la Gran Bretagna ha «tagliato» le risorse destinate agli aiuti umanitari) sulla cooperazione internazionale sanitaria?  
«I recenti cambiamenti nello scenario dei finanziamenti globali alla salute hanno generato notevoli incertezze. Queste trasformazioni rischiano di aprire gravi lacune nella lotta contro HIV, tubercolosi e malaria, soprattutto nei Paesi a basso reddito, dove il Global Fund rappresenta spesso uno dei principali finanziatori esterni. Con la contrazione dei fondi internazionali, la quota di investimenti a carico del Global Fund è destinata a crescere sensibilmente: un solido rifinanziamento diventa quindi più cruciale che mai per consolidare i risultati ottenuti con fatica e proteggere le comunità più vulnerabili», risponde un portavoce di Global Fund.

I primi segnali d’allarme

«I primi segnali d’allarme sono già visibili. Le campagne di prevenzione della malaria subiscono ritardi che potrebbero lasciare i bambini senza protezione durante le stagioni di massima trasmissione; i programmi contro la tubercolosi registrano cali nell’individuazione dei casi in diversi Paesi ad alta incidenza, legati a carenze di farmaci e diagnostici; i programmi contro l’HIV affrontano interruzioni nelle forniture di terapie salvavita, difficoltà nei servizi di prevenzione e un accesso ridotto per le popolazioni chiave. Senza un’azione urgente per colmare queste lacune, decenni di progressi rischiano di andare perduti. Il prossimo rifinanziamento del Global Fund è un’occasione decisiva per la comunità internazionale: un momento per rafforzare l’impegno e garantire che nessuno venga lasciato indietro».

AIDS, tra progressi e minacce

Il Rapporto evidenzia risultati record nella lotta all’HIV. Nel 2024, l’88% delle persone sieropositive nei Paesi sostenuti dal Global Fund conosceva il proprio stato, il 79% era in terapia antiretrovirale e il 74% aveva raggiunto la soppressione della carica virale. Anche le donne in gravidanza hanno beneficiato dei programmi: l’85% ha avuto accesso ai farmaci salvavita. L’uso della profilassi pre-esposizione (PrEP) è esploso, con 1,4 milioni di persone trattate, in aumento del 325% rispetto al 2023. Alla fine del 2024, il Global Fund si è impegnato a raggiungere 2 milioni di persone con il Lenacapavir, un promettente farmaco iniettabile per la prevenzione dell’HIV. Dalla fondazione del Global Fund, nel 2002, la mortalità correlata all’AIDS è stata ridotta dell’82% e il tasso di incidenza dell’HIV del 73% nei Paesi in cui il Global Fund investe.
Eppure la battaglia resta aperta: nel 2024 si sono registrati 630 mila decessi legati all’AIDS e 1,3 milioni di nuove infezioni, quasi quattro volte l’obiettivo fissato per il 2025.

Tubercolosi, il nemico più letale

La tubercolosi continua a essere la malattia infettiva più mortale, con 1,3 milioni di vittime nel 2023. La copertura dei trattamenti ha raggiunto il 75% – il livello più alto mai registrato, cresciuto dal 45% del 2010 – e il 44% delle persone affette da TBC farmacoresistente ha iniziato il trattamento. L’88% delle persone che hanno iniziato il trattamento per la TBC è stato trattato con successo e il 91% delle persone che vivono con l’HIV e affette da TBC è stato sottoposto a terapia antiretrovirale. Negli ultimi anni, il partenariato del Global Fund ha intensificato l’accesso a strumenti innovativi quali il rilevamento alimentato da IA e le radiografie toraciche digitali portatili nei Paesi più colpiti dalla TBC, consentendo a un maggior numero di persone di ricevere una diagnosi corretta ed essere trattate e curate con successo. 

Dal 2002, gli sforzi volti a fornire un accesso equo alla prevenzione, ai test e ai servizi di trattamento, individuare e trattare i casi «mancanti» di persone affette da TBC, combattere la TBC farmacoresistente e ridurre i prezzi dei prodotti contro la TBC hanno contribuito a ridurre del 57% il tasso di mortalità e del 28% il tasso di incidenza.

Malaria, un obiettivo a portata di mano

Nel 2023 oltre il 95% delle persone con sintomi di malaria è stato testato, mentre  l’accesso alle zanzariere trattate con insetticida ha raggiunto il 61% e più della metà della popolazione a rischio utilizza una zanzariera trattata con insetticida: i livelli più alti sinora raggiunti. Dal 2002, gli sforzi per sostenere gli operatori sanitari comunitari e le soluzioni adatte a contesti locali, rafforzare l’accesso a test, trattamenti e opzioni di prevenzione, accelerare la diffusione di zanzariere trattate con insetticidi a doppio principio attivo e combattere la resistenza ai farmaci e agli insetticidi hanno
contribuito a ridurre del 51% il tasso di mortalità e del 26% il tasso di incidenza.  Due Paesi, Suriname e Timor Est, sono stati dichiarati liberi dalla malaria dall’OMS nel 2025. Nonostante ciò, conflitti armati, eventi climatici estremi e nuove resistenze farmacologiche minacciano di far riaffiorare la malattia con conseguenze devastanti per i più vulnerabili: bambini e donne in gravidanza.

Oltre le tre malattie: sicurezza sanitaria globale

Il Global Fund non si limita a contrastare AIDS, TBC e malaria. Nel 2024 ha investito 2,7 miliardi di dollari nel rafforzamento dei sistemi sanitari in oltre 100 Paesi, diventando il principale erogatore di fondi esterni per la preparazione alle pandemie. Questi investimenti hanno permesso di potenziare laboratori e reti diagnostiche, migliorare la gestione di coinfezioni come epatiti e papillomavirus e aumentare la capacità di individuare virus ad alto rischio, tra cui vaiolo delle scimmie, Ebola, virus Marburg e febbre emorragica di Crimea-Congo. 

L’urgenza del rifinanziamento

Il futuro dei progressi dipende dall’Ottavo Rifinanziamento del Global Fund lanciato nel 2025 con Sudafrica e Regno Unito come co-responsabili. Australia, Lussemburgo, Norvegia e Spagna hanno già annunciato nuovi impegni, insieme a partner privati come la Children’s Investment Fund Foundation e la giapponese Takeda.
Con un rifinanziamento pienamente riuscito, il Global Fund stima di poter salvare altri 23 milioni di vite tra il 2027 e il 2029 e ridurre del 64% la mortalità dovuta ad AIDS, TBC e malaria rispetto ai livelli del 2023 entro il 2029, rafforzando al contempo i sistemi sanitari e comunitari per combattere nuovi focolai e accelerare i percorsi verso l’autonomia.

Una corsa contro il tempo

Il Rapporto lascia poco spazio ai dubbi: senza nuovi fondi, la lotta contro le tre malattie più letali rischia di arenarsi, con milioni di vite in pericolo e la sicurezza sanitaria globale compromessa. Per questo, il Global Fund chiede un rinnovato impegno politico ed economico. «Ogni riduzione dell’impegno – avverte l’organizzazione – permetterebbe a queste malattie di riaffiorare con forza devastante. Il mondo non può permetterselo».

10 settembre 2025 ( modifica il 10 settembre 2025 | 12:02)