di
Giuliana Ferraino

Niente laurea, due figli a Hollywood, tra gli hobby i jet da combattimento che pilota lui stesso: ritratto dell’uomo che a 81 anni gareggia con Musk per essere l’uomo più ricco del mondo

«La differenza tra Dio e Larry Ellison? Dio non pensa di essere Larry Ellison». Basterebbe il titolo della biografia scritta da Mike Wilson nel 1997 per capire che tipo è il cofondatore di Oracle, diventato a 81 anni l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio salito fino a 393 miliardi di dollari mercoledì 10 settembre. Ha superato per un giorno Elon Musk, 54 anni,  grazie al volo in Borsa della sua creatura, spinta dal boom dell’intelligenza artificiale. Ora  è al secondo posto, dietro al ceo di Tesla, che ora vanta un patrimonio di 384 miliardi, solo un miliardo in più di Ellison, briciole a Wall Street. Dall’inizio dell’anno Musk ha perso (sulla carta 48,2 miliardi), mentre Ellison ne ha guadagnato 191. Ma la gara per essere il primo Paperone del pianeta continua. 



















































La parabola di Ellison,  che nel 2014 ha lasciato il ruolo di ceo per rimanere presidente e chief technology officer di Oracle, dimostra come un dinosauro della Silicon Valley possa reinventarsi e diventare un leader, partendo dai database fino alla scommessa sul cloud computing, infrastruttura nevralgica per lo sviluppo dell’AI.

Mai laureato – ha lasciato per ben due volte l’università – in un’intervista al «Corriere» sul suo mega yacht «Rising Sun» (Sol Levante), ormeggiato in rada a Valencia, perché troppo lungo per la marina, nel luglio 2005 ci spiegò perché aveva abbandonato gli studi.  «Il nostro sistema educativo premia il conformismo e non incoraggia a pensare con la propria testa. Non credo che sia molto utile per gestire un’azienda. Non sorprende che molti imprenditori di successo abbiano abbandonato l’università per fondare la propria impresa», raccontò.

Anche il fondatore di Microsoft Bill Gates e il patron di Virgin, Richard Branson , in fondo, sono «dropout», non hanno mai finito gli studi. Secondo Ellison nelle università mancava l’innovazione. «Nelle strutture accademiche c’è sempre stata molta ostilità contro l’innovazione, pensiamo a Galileo. Ma la cosa più importante per un imprenditore è la capacità di frantumare la saggezza convenzionale, di pensare che tutti stanno sbagliando e perciò trovare un nuovo modo per fare una cosa. Per guidare un gruppo di persone poi è necessario anche saper comunicare: per persuadere, spiegare, convincere gli altri».  

La sua storia imprenditoriale comincia nel 1977, quando fonda con due amici la Software Development Laboratories, poi ribattezzata Oracle, partendo da un contratto con la Cia. Da allora l’imprenditore non ha mai smesso di ripetere la sua regola aurea: «La chiave per diventare leader nell’industria del software sono le dimensioni: servono tanti prodotti e tanti clienti». E infatti ha costruito Oracle a colpi di acquisizioni miliardarie, da PeopleSoft a Sun Microsystems, da Siebel a Bea.  

Nato a New York nel 1944, Ellison ha scoperto a 12 anni di essere stato adottato ad appena 9 mesi dagli zii materni. Una verità dolorosa, che lo ha trasformato in un ribelle a casa e fuori. Una rabbia che spesso ha portato nel business. Dietro i numeri c’è un personaggio spigoloso, spesso controverso. Ellison è stato il rivale storico di Bill Gates, che ha accusato a lungo (anche in tribunale) di monopolismo. Poi negli anni Duemila, quando Gates ha fatto un passo indietro per dedicarsi alla filantropia, ha spostato la sfida sulla tedesca SAP. Una competitività feroce che lo ha reso famoso quanto la sua vita privata. Ha la fama da playboy: sempre al braccio di una bella donna, notevolmente più giovane, ha collezionato sei matrimoni e due figli, entrambi produttori a Hollywood. Ha passioni smisurate per mega yacht, jet privati (anche da combattimento che pilota lui stesso) e auto sportive. Gioca a basket e suona il pianoforte. (Sullo yacht Rising star, lungo 138 metri, aveva sia il campo da pallacanestro che il pianoforte a coda). 

Il mare resta però il suo vero rifugio. Ha finanziato l’Oracle Team USA e insieme a Ernesto Bertarelli, l’imprenditore italiano ma residente in Svizzera che per la prima volta con Alinghi ha portato la Coppa America in Europa, ha cercato di cambiare le regole del gioco della storica regata velica, che voleva far assomigliare alla Formula 1 e perciò ha poi creato SailGP. Nel 2010 Ellison ha coronato il sogno di vincere l’America’s Cup, con Bmw Oracle Racing Team, proprio contro Alinghi, una vittoria bissata nel 2013 in rimonta contro Emirates Team New Zealand.
 
Gli piace vestire firmato, e un tempo frequentava le passerelle della moda di Milano e Parigi. Ama il lusso e i mega yacht che portano nomi giapponesi — da Sayonara a Rising Sun (poi rivenduto all’amico miliardario David Geffen) fino a Musashi — riflesso della sua fascinazione per il Sol Levante. Le sue barche come le sue case sono arredate in stile nipponico, e a Kyoto, l’antica capitale del Giappone, possiede anche degli immobili. 

A differenza di Elon Musk, Ellison colleziona immobili. In America possiede proprietà leggendarie, dalla villa Astor a Newport fino al 98% dell’isola di Lānai alle Hawaii. Acquistata per 300 milioni nel 2012, insieme al medico David Agus — che aveva curato l’amico Steve Jobs — ha fondato Sensei, una catena di resort di lusso dedicati al benessere e alla longevità, L’isola è così diventata meta di ospiti d’eccezione, da Elon Musk a Tom Cruise fino a Benjamin Netanyahu (Bloomberg). 

Ellison ha costruito negli anni un rapporto privilegiato con Donald Trump, di cui è stato sostenitore e finanziatore repubblicano. Con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, l’amicizia si è trasformata anche in affari: il presidente ha più volte favorito Oracle, chiamandola a giocare un ruolo centrale nel maxi-progetto «Stargate», un piano da 500 miliardi di dollari per le infrastrutture di intelligenza artificiale lanciato a gennaio. Non solo: Trump ha espresso pubblicamente sostegno all’ipotesi che Oracle acquisisca una quota della filiale americana di TikTok, garantendole così l’accesso a uno dei prodotti consumer più diffusi al mondo. L’operazione, appoggiata anche da altri investitori, resta però in attesa del via libera di Pechino.

«La cosa più importante è la mia famiglia, poi la mia azienda, poi i miei hobby», ci disse anni fa, anche se guardando alla sua vita, l’ordine non sembra così netto. Oggi, con Oracle rilanciata dai contratti miliardari con OpenAI, Nvidia e xAI, Ellison si prende la rivincita della longevità: alla sua età – che, come molti multimiliardari della Silicon Valley e non solo fatica, ad accettare – continua a puntare alla vetta del mondo per dettare le regole del futuro.

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11 settembre 2025 ( modifica il 11 settembre 2025 | 12:15)