di
Nicola Rotari
Il danno a Tarzo, preso di mira più volte. La condanna di Zaia: «Gesto di profonda ignoranza ma sarà ancora restaurato»
Dallo scorso 6 agosto, da quando è stato inaugurato in occasione del sesto anniversario dell’iscrizione delle Colline del Prosecco nel registro Unesco dei patrimoni dell’Umanità, il leone alato creato da Marco Martalar con tralci di vite e il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia e posizionato a Tarzo, è stato vandalizzato più volte, fino a spezzargli la coda.
Sul caso è intervenuto martedì, sdegnato, il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha lanciato una vera e propria invettiva nei confronti dei responsabili, parlando di un «gesto vile che ferisce non solo un’opera d’arte, ma l’anima stessa del nostro popolo».
«Installare la videosorveglianza sarebbe un fallimento»
«Chi ha osato colpirlo non ha colpito un pezzo di legno, ma ha inferto un’offesa a tutti noi, alle nostre radici, ai nostri valori» ha spiegato il presidente. «Non posso liquidare questo gesto come una semplice bravata: non si tratta soltanto di un danno a una scultura, ma di un’offesa a un simbolo». «A tutti i meschini che si appendono al Leone per un selfie o una bravata» ha concluso Zaia «dico che è ora di imparare il rispetto, quello verso un simbolo identitario oltre che verso un’opera d’arte. Non vorremmo arrivare a dover installare una videosorveglianza anche in un luogo come questo: sarebbe davvero un fallimento, prima di tutto culturale».
«Sarà restaurato»
L’opera era stata fortemente voluta dall’Associazione per il Patrimonio delle Colline Unesco, con l’intento di lasciare in dono alla collettività un simbolo di identità, bellezza, memoria e sostenibilità, pienamente accessibile e integrata nel paesaggio. «Spezza il cuore vedere un’opera d’arte, lasciata a tutti in dote e accessibile a chiunque, offesa da gesti che definire vandalici è fin troppo poco». Quindi «quello che è accaduto al Leone di Tarzo è frutto di una miscela pericolosa di ignoranza, maleducazione e totale mancanza di rispetto per il bene comune, per l’arte e per il territorio che rappresenta». Le parole sono di Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. «Ma non ci arrendiamo: il Leone sarà restaurato».
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10 settembre 2025
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