È regolarmente al top della lista dei farmaci più venduti in Italia, ma negli ultimi tempi sul paracetamolo si sono allungate pesanti ombre. Tutto nasce negli Stati Uniti: stando al ‘Wall Street Journal’ il nuovo report del segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. collegherebbe l’uso di questo farmaco in gravidanza all’autismo. Ma che cosa c’è di vero?
Fortune Italia ne ha parlato con un farmacologo, Carlo Centemeri e un virologo, Fabrizio Pregliasco.
Autismo: Kennedy Jr. e il presunto legame con il paracetamolo
Quando le ipotesi diventano decisioni politiche
“È incredibile come quasi ogni giorno Kennedy Jr. pieghi alle sue ipotesi non confermate scientificamente disposizioni e pareri delle strutture che coordina. Il punto – ci dice il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva all’Università degli Studi di Milano – è proprio quello di dare disposizioni relative a vaccini e farmaci, sulla base di preconcetti che non hanno basi scientifiche. Penso alla correlazione tra vaccinazioni e autismo o, come in questo caso, al paracetamolo”.
Ma cosa dice la ricerca? “Negli studi che si stanno susseguendo – risponde lo specialista – sono emersi alcuni segnali di un’associazione fra paracetamolo in gravidanza e autismo, ma poi non sono arrivate le conferme, nè è stato dimostrato un nesso causale. Insomma, gli approfondimenti condotti con il medico scientifico non hanno dimostrato questa correlazione. Putroppo l’autismo è una problematica che ancora oggi non ha cause chiare o una possibilità di prevenzione, ma davvero sono basito e preoccupato dalla diffusione di dubbi e paure senza basi scientifiche, che provocano anche ‘effetti collaterali’ in Borsa”.
“Ma l’impatto sul mercato azionario, francamente, è secondario. Quello che lascia sgomenti – sottolinea Pregliasco, confidando la sua amarezza – sono le prese di posizione politiche che non si basano sui fatti o sulla scienza. E questo accade anche in Italia. Strano poi che su altri trattamenti, pure fondamentali ma con effetti collaterali anche pesanti, non fioriscano le fakenews”.
Paracetamolo e rischi: il precedente
Qualche mese fa una ricerca condotta dall’Università di Nottingham ha segnalato che dosi ripetute di paracetamolo in persone over 65 possono aumentare il rischio di complicazioni gastrointestinali, cardiovascolari e renali. Lo studio, pubblicato su ‘Arthritis Care and Research’, si concentrava sugli effetti di un dosaggio prolungato dell’antidolorifico per il trattamento di condizioni dolorose croniche come l’osteoartrite nelle persone anziane.
Il farmacologo e il paracetamolo in gravidanza
Ma torniamo all’uso in gravidanza. Il nuovo report di Kennedy parlerebbe di “un presunto legame non supportato dai dati a disposizione. Questo approccio, che lancia l’allarme prima che le prove siano stabilite, è l’esatto opposto del metodo scientifico. Il fatto che un Segretario alla Salute diffonda un’ipotesi priva di solide basi scientifiche è un elemento di forte criticità”, sottolinea Carlo Centemeri, farmacologo e tossicologo clinico dell’Università di Milano.
Tra l’altro già il rapporto MAHA citava “studi inesistenti o mal interpretati”. Insomma, il nuovo report sul paracetamolo potrebbe rientrare nello stesso schema, “ovvero la promozione di una teoria basata su una lettura distorta o errata della scienza”.
La soluzione, secondo il farmacologo, sta “nel rigore scientifico. Molti studi iniziali possono trovare una correlazione tra due eventi (ad esempio, l’uso di un farmaco e lo sviluppo di una condizione), ma questo non significa che uno abbia causato l’altro. Inoltre il crollo delle azioni di Kenvue in Borsa mostra come la disinformazione o l’allarmismo possano avere un impatto finanziario reale, anche quando le tesi non hanno basi scientifiche. È un segnale preoccupante di come la paura e la mancanza di fiducia nella scienza possano destabilizzare i mercati e creare confusione nella salute pubblica, spingendo le persone a dubitare di farmaci sicuri e raccomandati da decenni”, conclude Centemeri.