Attribuzioni sbagliate, omissioni di nomi, incarichi doppi e contraddizioni interne: il decreto n. 113 del 5 settembre 2025, firmato dal sindaco, più che un atto ufficiale sembra un collage di refusi
Un decreto che avrebbe dovuto segnare l’avvio di un nuovo corso nella gestione dell’edilizia privata del Comune di Ischia si è trasformato in una sorta di sceneggiata burocratica, un collage di refusi e contraddizioni che ricordano più la “Corrida” di Corrado che un atto ufficiale di una pubblica amministrazione. Il provvedimento, firmato digitalmente dal sindaco Enzo Ferrandino, nomina l’architetto Giuseppe Monti come responsabile del Servizio 5 e del Servizio 20, ma il testo appare disseminato di errori, confusioni di competenze e addirittura omissioni di nomi.
Alla guida dei Servizi 5 e 20 c’è l’architetto Giuseppe Monti, ma nel testo compaiono altri dirigenti. Un documento che mette in luce la fragilità della macchina comunale e lascia l’amaro in bocca a cittadini e professionisti…
Il contesto è quello del Piano triennale del fabbisogno del personale 2025-2027, approvato ad aprile, che prevedeva l’assunzione a tempo determinato di uno “specialista in attività tecniche” con le modalità previste dall’articolo 110 del Testo unico degli enti locali. Dopo la selezione, conclusa a inizio agosto, la scelta è caduta sull’architetto Monti, al quale viene affidato non solo lo Sportello unico per l’edilizia, ma anche un ventaglio di responsabilità che vanno dal catasto alla sicurezza sul lavoro, fino al cimitero e al ruolo di referente per la protezione dei dati.
Eppure, scorrendo il decreto, l’atto appare più come un labirinto che come un documento amministrativo. Si leggono attribuzioni di funzioni a dirigenti che non risultano destinatari effettivi degli incarichi, come l’ingegnere Luigi De Angelis che il testo colloca alla guida del Servizio 5 e del Servizio 20, settori che invece sono stati affidati a Monti. Stesso copione per il Servizio 8, che viene indicato come di competenza dell’architetto Consiglia Baldino, sebbene sia stato assegnato all’ingegnere Franco Fermo. E ancora, al Servizio 7 si cita un generico “ingegnere Francesco” senza riportare il cognome, un’omissione che suona quasi grottesca in un atto ufficiale.
Non mancano poi le incongruenze di fondo: si confermano incarichi “senza soluzione di continuità” a funzionari già in carica, salvo poi contraddirsi poche righe dopo indicando altri nominativi; si citano decreti precedenti che vengono superati e richiamati allo stesso tempo; si attribuiscono incarichi “a titolo gratuito” senza chiarire il quadro contrattuale dei dipendenti. Il risultato è un documento che, lungi dal dare certezza amministrativa, finisce per alimentare confusione, prestando il fianco a ironie e sospetti di pressappochismo.
Il caso del decreto n. 113 del 5 settembre 2025, più che segnare la normalità della macchina comunale, rivela una gestione approssimativa degli atti fondamentali dell’ente. Un atto che dovrebbe rappresentare un punto fermo nella catena di comando, soprattutto in un settore delicato come quello dell’edilizia privata, si trasforma invece in un terreno scivoloso, dove refusi ed errori rischiano di mettere in discussione la credibilità stessa delle istituzioni.
A Ischia, insomma, la burocrazia si è trasformata in palcoscenico. Solo che, al contrario della “Corrida”, qui non c’è il pubblico a ridere bonariamente, ma cittadini e professionisti che attendono chiarezza e competenza da chi governa.