Scampoli di Covid. Il virus che per due anni ha paralizzato il mondo è ancora qui, più blando, diverso, trasformato e reso quasi inoffensivo per la stragrande maggioranza della popolazione. Ma c’è. E per i pazienti anziani o fragili, la vaccinazione resta la strada consigliata dalla scienza «non per limitare i contagi, ma per proteggersi dall’eventuale evoluzione della malattia. L’organismo, se vaccinato, reagisce meglio e più in fretta e il virus non ha tempo di fare danni» spiega Silvia Magnani, direttrice di Malattie infettive.
Nel reparto off limits dell’ospedale Parini di Aosta sono ricoverati tre pazienti colpiti dal Covid, che hanno sviluppato polmoniti. C’è poi un quarto caso non ospedalizzato, secondo i dati raccolti dalla struttura di Igiene e sanità pubblica. L’anno scorso si sono vaccinate 4.652 persone contro il Covid e per questa stagione invernale l’Usl ha chiesto al ministero di incrementare la richiesta di dosi: 5.700. A livello nazionale è stato registrato un aumento delle infezioni, ossia dei contagi.
«C’è stata una netta dispercezione della malattia – aggiunge la dottoressa Magnani – rispetto al periodo dell’emergenza, infatti l’anno scorso le vaccinazioni contro il Covid sono state soltanto il 13 per cento».
Ma se pur ridotta a una banale influenza, la pericolosità del virus si trasforma nel caso di persone con patologie respiratorie, età avanzata e problematiche croniche. «Noi in questi casi consigliamo sempre la vaccinazione assieme al vaccino antinfluenzale – spiega la direttrice di Malattie infettive -. E il messaggio importante che dovrebbe comprendere la popolazione, oggi che non c’è più obbligo di vaccinazione, è “mi vaccino così ho meno sintomi e sono contagioso per meno tempo, non perché devo salvare mia nonna dalla malattia”. Non è più così e il vaccino non è una campana di vetro, ma uno strumento per evitare danni più seri».
Sono cambiate, allentandosi, anche le misure di prevenzione degli operatori sanitari. «Se entriamo nella stanza dei pazienti in isolamento respiratorio perché malati di Covid indossiamo mascherina e tuta monouso, ma il tampone ad esempio si fa soltanto in Pronto soccorso a pazienti con sintomatologia – aggiunge il primario -. E la vaccinazione naturalmente è sempre indicata anche per il personale sanitario».
Ciò che non è andato in soffitta assieme all’incubo pandemia è stato il piano di emergenza dell’Usl: «Abbiamo letti pronti e un piano per eventuali picchi di Covid e influenza» ancora Magnani.
Il vaccino che arriverà in Valle d’Aosta è quello scelto dal ministero della Salute, il JN1 Comirnaty di Pfizer, che allo stato attuale offre le migliori garanzie di efficacia. La campagna vaccinale inizierà tra poco, all’inizio di ottobre assieme a quella antinfluenzale.