Falso patriota, vergogna nazionale, traditore. Questi sono solo alcuni degli appellattivi affibiati a Novak Djokovic dai suoi connazionali per aver sostenuto le proteste studentesche scoppiate a Belgrado all’inizio dell’anno. “Credo nella forza dei giovani e nel loro desiderio di un futuro migliore. La Serbia ha un potenziale enorme e la sua forza più grande è rappresentata dai giovani istruiti” aveva commentato. Ora inizierà una nuova vita ad Atene 

Novak Djokovic, originario di Belgrado, si è trasferito con la famiglia nella capitale greca. Le ragioni della scelta sono legate alla crescente ostilità politica e mediatica nei suoi riguardi dopo il sostegno mostrato nei cofronti delle contestazioni studentesche che da mesi infiammano l’opinione pubblica. Dopo la sconfitta in semifinale agli Us Open subita da Carlos Alcaraz, infatti, il tennista serbo è tornato a casa ma suoi connazionali non lo hanno accolto con grande entusiasmo. 

Le proteste studentesche e la critica del governo 

Per comprendere i delicati equilibri che si celano dietro qusta storia, bisogna tornare a novembre dello scorso anno, a quando – dopo il crollo di una tettoia nella stazione di Novi Sada che aveva prvocato la morte di 16 persone – diversi cittadini serbi sono scesi in piazza per manifestare contro le istituzioni, accusate di corruzione e censura. All’inizio del nuovo anno, l’apice degli scontri: una grandissima mobilitazione studentesca, tra gennaio e febbraio, ha infatti paralizzato le strade della capiale causando un vero e proprio terremoto politico. Il risultato? Le dimissioni del Primo Ministro Aleksandar Vučević. In quell’occasione il tennista, 24 volte vincitore del titolo Slam, aveva espresso il suo sotegno alle proteste: “Gli studenti sono i veri campioni”, la scritta esibita sulla maglia che ha indossato durante il derby di basket che si è tenuto proprio a Belgrado tra Stella Rossa e Partizan. Questo è bastato per renderlo straniero in terra propria. 

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Una nuova vita ad Atene 

La Serbia, che ha sempre considerato il campione un figlio prediletto, ora oensa che il giocatore sia un traditore da allontanare. Secondo quanto riportato da testate serbe, Djokovic avrebbe già iscritto i suoi due figli,  Tara di 8 e Stefan di 11 anni, al St. Lawrence College di Atene. La decisione di trasferirsi nella capitale greca quindi appare la conseguenza inevitabile di un contesto politico e sociale sempre più ostile nei suoi riguardi. Nei giorni scorsi si è allenato con il figlio al Kavouri Tennis Club, in vista dell’ultimo torneo della sua stagione.

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