di
Marco Bonarrigo

La corsa di ciclismo pesantemente condizionata dalle proteste. Nel mirino il team Israel Premier Tech guidato da Sylvain Adams, uomo d’affari vicino a Netanyahu. A rischio le ultime due tappe

La Vuelta 2025 rimarrà nei libri di storia come il primo grande evento ciclistico pesantemente condizionato da una protesta di massa. Nel caso specifico l’azione combinata di agguerriti gruppi ProPal spagnoli (tra i più attivi in Europa) che manifestano contro la presenza in gara del Team Israel Premier Tech, fondato e guidato da Sylvain Adams, uomo d’affari israelo-canadese dal patrimonio immenso, filantropo, appassionatissimo di ciclismo (anche praticato) e politicamente vicino al premier Netanyahu.

L’unicità del ciclismo

Dal punto di vista del tifoso, il ciclismo è uno sport dove l’impossibile diventa possibile: si può applaudire Tadej Pogacar sfiorandolo nel momento in cui sferra l’attacco decisivo su una montagna delle Alpi o dei Pirenei, tifare Mathieu Van Der Poel a 50 centimetri di distanza dal suo passaggio sul pavé della Roubaix, accarezzare lo spostamento d’aria provocato da Filippo Ganna quando affronta una curva di una prova a cronometro aggrappati alle transenne. L’unica disciplina di altissimo livello che offre la stessa opportunità (ma a carissimo prezzo, mentre il ciclismo è gratis) è il basket, nelle poche poltronissime collocate a bordo campo.



















































Prossimità vuol dire potenziale pericolo ma nella storia delle due ruote (se si eccettua qualche ubriacone nelle corse fiamminghe) non sono mai accaduti episodi di aggressione e i casi di corse rallentate da manifestazioni extra sportive (ad esempio scioperi che approfittano della visibilità televisiva) sono rari e si risolvono in una rapida trattativa tra gli organizzatori.

Tappe cancellate, finale in dubbio

Durante la Vuelta in corso i ProPal hanno provato a interrompere la cronosquadre della Israel lanciandosi sulla strada al suo passaggio, costretto gli organizzatori a modificare il finale di almeno tre tappe (Bilbao compresa) per evitarne il blocco, dimezzare la lunghezza della cronometro di Valladolid vinta da Ganna e a ragionare sulla cancellazione o meno della classica frazione conclusiva di Madrid di domenica dove è annunciato il rischio di una concentrazione massiccia di manifestanti: nel frattempo il numero di agenti programmati sul circuito finale è stato aumentato da 400 a 1.500. 

È la prima volta che un evento ciclistico viene bersagliato in modo sistematico, con le forze dell’ordine che danno l’idea di limitarsi a controllare in maniera blanda i dimostranti. Timori anche per l’arrivo di sabato sulla Bola del Mundo, anche perché ai ProPal dovrebbero associarsi gruppi ambientalisti.

Nel mirino la Israel Premier Tech

A metà corsa la squadra ha cancellato il nome Israel dalle divise, ma confermato l’intenzione di arrivare a Madrid. La Israel partecipa di diritto in quanto team World Tour a tutte le grandi corse internazionali, il fatto che le azioni si siano concentrate sulla Vuelta dipende dall’aggravarsi della situazione delle ultime settimane ma anche dalla storica vicinanza politica della Spagna alla causa palestinese (lo Stato di Palestina è stato riconosciuto nel 2024) e da un’antica freddezza invece con Israele, riconosciuto come stato solo nel 1986 dopo forti pressioni della Comunità Europea.

La situazione è così tesa che la pagina in lingua inglese che Wikipedia dedica alla Israel Premier Tech Cycling Academy (questo il nome completo del team) è stata bloccata per evitare hackeraggi. Il team fu fondato 2017 ingaggiando quasi solo atleti israeliani con l’intenzione di promuovere la pratica ciclistica nel Paese ma nel 2020 Adams rilevò la licenza World Tour del team russo Katusha, fallito. 

Il precedente della squadra russa

La squadra attualmente vanta in organico una trentina di atleti di cui solo tre israeliani. Tra coloro che vestono la maglia del team (che da un anno viaggia con i mezzi privi di insegne ufficiali e sotto costante scorta di polizia) c’è un solo italiano, Marco Frigo, assieme a campioni del calibro di Michael Woods, dell’ex vincitore di quattro Tour Chris Froome, di Pascal Ackermann e del giovane americano Matthew Riccitello che sta lottando per entrare nei primi sei della classifica generale.

Un precedente contribuisce ad infiammare gli animi: il 1° marzo 2022 l’Unione Ciclistica Internazionale sciolse senza nessun preavviso il Team Gazprom-Rusvelo (finanziata dal colosso petrolifero russo, di fatto un altro team di stato) a seguito del bando deciso dopo l’invasione dell’Ucraina a tutte le organizzazioni sportive ex sovietiche. Dei 70 tra corridori e tecnici a libro paga (molti gli italiani) pochi riuscirono a trovare un nuovo ingaggio. In quel caso però la direttiva era approvata dal Cio.

12 settembre 2025 ( modifica il 12 settembre 2025 | 14:42)