Avanza la proposta di una nuova classe di E-car da 15 mila euro mentre Ursula von der Leyen sembra abbandonare il dogma dell’auto solo a batteria: “Combineremo decarbonizzazione e neutralità tecnologica”
Gianluigi Giannetti
12 settembre 2025 (modifica alle 15:46) – MILANO
Prove generali di accordo sul futuro dell’auto, questo il messaggio che trapela dall’incontro tra il presidente della Commissione Ursula von der Leyen e i costruttori dell’Unione. Sullo sfondo resta la grande trattativa sulla possibile revisione dello stop alla vendita di auto con motore termico a partire dal 1°gennaio 2035, ma le dichiarazioni di Ursula von der Leyen al termine dell’incontro introducono una novità non trascurabile nell’orientamento della Commissione: “Abbiamo ascoltato le preoccupazioni del settore e concesso flessibilità di conseguenza. Combineremo decarbonizzazione e neutralità tecnologica”. Tra le novità destinate fin d’ora a cambiare lo scenario del settore c’è la nascita di una nuova categoria di e-car, vetture dal costo non superiore a 15.000 euro e meccanica semplificata, destinate a facilitare il rinnovo di un parco circolante che in Europa conta ormai 260 milioni di vetture con una età media di 10 anni, ma fino a 14 in Paesi come l’Italia. All’incontro di venerdì 12 settembre hanno partecipano il presidente di Stellantis John Elkann, il presidente dell’Acea (l’associazione dei produttori di auto europei) e Ceo del Gruppo Mercedes-Benz, Ola Kallenius, Oliver Zipse, Ceo di Bmw, François Provost, Ceo di Renault e Oliver Blume, Ceo del Gruppo Volkswagen.
Premesse forti—
L’incontro era stato anticipato dalla lettera inviata il 27 agosto scorso al presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen dalla associazione Acea e da quella dei fornitori di componentistica, la Clepa. Il tenore del documento non lasciava molto spazio ad interpretazioni: “Il piano di trasformazione dell’industria automobilistica europea deve andare oltre l’ideologia e riconoscere le attuali realtà industriali e geopolitiche. Raggiungere i rigidi obiettivi per il 2035, nel mondo odierno, non è più fattibile”.
Rivoluzione ultra citycar—
Il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea Stéphane Séjourné ha informato oggi a Bruxelles i dirigenti dell’industria europea dell’automotive che intende creare una nuova categoria normativa per le piccole auto elettriche prodotte in Europa. La notizia segue quanto anticipato nei giorni scorsi da Jean-Philippe Imparato, direttore di Stellantis Europe, che indica la priorità è nella creazione della categoria di e-car “con un prezzo al di sotto dei 15.000 euro”. C’è coincidenza perfetta con le valutazioni di Francois Provost, Ceo di Renault: “Il problema non è solo il 2035, ma tutti gli obiettivi di taglio alle emissioni che precedono quella data. La burocrazia è troppa e nonostante tutti gli sforzi non ci consente più di proporre auto a basso costo per tutti. Non possiamo lasciare che l’industria dell’auto europea si indebolisca”. Altro orizzonte per per il gruppo Volkswagen, attraverso le parole del Ceo Oliver Blume: “Il futuro dell’auto sarà elettrico, ma a questo punto credo che il 2035 sia troppo presto”. Sicuramente più duro l’amministratore delegato di Bmw, Oliver Zipse: “L’Unione Europea è convinta di essere all’avanguardia in una legislazione moderna, molto orientata al futuro e altrettanto attenta al clima, con l’idea che altre zone del mondo come Cina e Stati Uniti ci avrebbero seguito così come hanno fatto negli ultimi 40 anni per quanto riguarda i motori a combustione. Questa volta però non ci ha seguito nessuno. Se si consente fin da subito l’introduzione di carburanti sintetici, questi contribuiranno in modo sostanziale alle emissioni del parco auto circolante”.
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