Come preannunciato, la Polonia ha chiuso dalla mezzanotte di oggi, 12 settembre, tutti i valichi di frontiera con la Bielorussia rimasti operativi fino ad ora. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Marcin Kierwinski, al confine di Terespol, l’unico ancora aperto: il motivo principale sono “le esercitazioni militari Zapad-2025”, che coinvolgono sia le forze di Minsk che quelle russe e che sono ufficialmente iniziate oggi. “Il traffico riprenderà, ma solo quando saremo certi che la sicurezza dei polacchi sarà garantita. Dal punto di vista economico, ci impegneremo a riaprire il confine il prima possibile”, ha aggiunto Kierwinski. La situazione nell’Europa orientale è quindi sempre più tesa, a partire dalla questione dei droni russi che hanno sorvolato lo spazio aereo polacco, che ha portato Varsavia a invocare l’articolo 4 del Trattato della Nato.
La chiusura dei confini
L’ordinanza della Polonia che chiude i confini con la Bielorussia era stata firmata dal ministro Kierwinski già il 10 settembre. Stabilisce che la misura si applichi sia alle persone che ai veicoli, inclusi camion e treni merci, in viaggio da e per il Paese. Il ministero degli Esteri bielorusso ha condannato la decisione di Varsavia, definendola infondata e rivolta contro la gente comune.
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Intanto, Varsavia ha annunciato anche l’invio ai confini orientali con la Bielorussia di 40mila soldati, sempre in riposta alle esercitazioni congiunte di Minsk e Mosca. Il viceministro della Difesa, Cezary Tomczyk, ha ricordato come nel 2022 queste esercitazioni, per natura “offensive”, siano state di preparazione all’invasione in Ucraina. Secondo quanto riporta l’agenzia turca Anadolu il numero di soldati dislocati è aumentato dopo l’attacco russo coi droni.
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Resta limitato il traffico aereo sui cieli lungo il suo confine orientale della Polonia, a seguito dell’intrusione di circa 20 presunti droni russi nel suo territorio. Questa restrizione, in vigore fino all’inizio di dicembre, “è stata messa in atto per garantire la sicurezza nazionale”, ha affermato l’agenzia polacca per la navigazione aerea in un comunicato. A livello dell’Alleanza Atlantica, una delle ipotesi al momento in discussione è quella d’istituire “una zona cuscinetto aerea” ai confini con l’Ucraina – una sorta di no-fly zone su scala ridotta – in modo che eventuali altri ordigni verrebbero abbattuti prima del loro ingresso all’interno dello spazio Nato.
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