Fotografare una modella oggi implica prima di tutto veicolare una voce. È con questa idea che, oltre 3 anni fa, ha visto la prima luce Fashion Flip Book, il progetto fotografico di Serge che più di un libro è uno studio sull’identità dentro e fuori i confini della moda. Quindici modelle che hanno fatto la storia, passata e recente, con cui la fotografa esplora il ruolo della modella e fashion icon oggi, attraversando così la percezione degli anni ‘90 che le ha intese come manichini senza storia e giungendo adesso all’idea che al contrario diffondano rumore.
«Se avessi potuto dire alla me stessa più giovane che tutto questo sarebbe successo, che alcune delle modelle più importanti di sempre avrebbero preso parte al mio progetto, alla mia idea, non ci avrei creduto. Ci sono stati diversi momenti di svolta durante la lavorazione del libro. Uno dei più importanti è stato dopo i primi tre servizi fotografici con Helena, Amanda e Colin, quando ho iniziato a percepire che, forse, qualcosa nella loro narrazione potevo cambiarlo». Come per Anja Rubik, modella e attivista nota per il suo impegno in difesa dei diritti delle donne polacche. «Scattare con Anja è stato un altro di quei momenti. L’ho sempre ammirata profondamente. Insieme al mio team, abbiamo guidato dalla mia città natale in Polonia fino a Parigi, un viaggio reale dall’inizio alla fine. Ammiro ogni modella con cui ho avuto la possibilità di lavorare, ogni creativo che mi ha aiutato a dare forma a questo libro e sono così grata che mi abbiano dedicato il loro tempo e la loro energia per renderlo possibile. Non ci sono parole che possano descrivere appieno ciò che provo quando tengo il libro tra le mani, sapendo che tutti ne fanno parte».
Un’immagine dalla sezione “Flip”
Fotografare una modella oggi implica prima di tutto veicolare una voce. Ma consiste, anche, nel parlare di identità in mezzo al collettivo, della ragazza in mezzo al gruppo, l’uno nella moltitudine. «Fashion Flip Book è nato da un’idea semplice che mi ha accompagnato per anni: creare qualcosa che non fosse solo una raccolta di fotografie, ma un riflesso di individualità e cambiamento. Quello che era iniziato come un concept per un editoriale ha rapidamente superato quel formato: richiedeva qualcosa di più ampio, più permanente, più personale. È diventato il mio primo libro».
Tasha Tilber, Hanne Gaby. Poi Alex Consani, Lara Stone, Georgia Palmer, Milla Jovovich, Karolina Kurkova e tutte le altre fotografate dentro uno studio o ai limiti di una città, con l’intento di catturare l’anima senza filtri dei soggetti come se provassimo a disegnarle a matita. Non è un caso che Serge sia partita proprio dal disegno. «La fotografia non mi ha accompagnato fin dall’infanzia. I miei genitori fin da bambina mi incoraggiavano a essere curiosa verso l’arte e la creazione, ma solo quando ho compito vent’anni ho deciso di concentrarmi completamente sulla fotografia. Quello che ho imparato lavorando a Fashion Flip Book è che sono attratta da concetti complessi: costruire qualcosa pezzo per pezzo piuttosto che creare una singola fotografia». Per questo una parte importante del volume è dedicata proprio alla scomposizione e ricomposizione, così da permettere letteralmente di ristrutturare la figura della modella a proprio piacimento: una sezione interattiva, dove ogni ritratto è suddiviso in tre parti orizzontali tra testa, busto, gambe, consentendo all’osservatore di creare infinite nuove combinazioni. Opponendo così questa nuova narrazione a quella standardizzata visibile negli editoriali. Tornando alla metafora del concerto: combinando le tracce minimali e ambientali delle braccia che si incastrano con il grunge di un corpo che si staglia davanti all’auto in una via poco trafficata di New York. Il jazz dei sette isolati che separano Bryant Park da Rockefeller Plaza insieme all’elettronica di un volto.