Le tensioni dopo la morte di Pippo Baudo si spostano sul piano legale. L’assistente storica del conduttore, Dina Minna, ha inviato una diffida a Katia Ricciarelli tramite il suo avvocato Jacopo Pensa, per rispondere alle dichiarazioni rilasciate dalla soprano al Messaggero. Ricciarelli aveva espresso amarezza per essere stata esclusa dalle fasi finali della vita dell’ex marito, criticando il fatto che alla segretaria fosse destinata la stessa quota di eredità dei figli.

Nell’atto, Minna respinge le accuse: «Non le viene neppure in mente che Dina altro non faceva che seguire le indicazioni di Pippo, che non voleva sapere di avere contatti con lei», scrive il suo avvocato Jacopo Pensa, che era anche un grande amico di Baudo. «Innumerevoli sono gli esempi di tale sua volontà manifestata anche ad altre persone, tra cui annovero me stesso». La diffida ammonisce Katia Ricciarelli a moderare i toni, a partire dall’intervista preannunciata a Verissimo, che andrà in onda domenica 14 settembre, con la minaccia di azioni legali in caso contrario. «I giudizi sull’eredità — si legge ancora — può tenerli per sé, perché la cosa non la riguarda».

Il testamento di Baudo ha disposto che il patrimonio, stimato intorno ai dieci milioni di euro, fosse diviso in tre parti, tra i figli Tiziana e Alessandro e Dina Minna. Una decisione che ha ferito la Ricciarelli: «Non ritengo giusto che la segretaria abbia accesso alla stessa frazione di eredità dei figli Tiziana e Alessandro».

La cantante ha chiarito di non avere pretese economiche, «dal momento che il divorzio scioglie il vincolo matrimoniale e i diritti successori ad esso connessi. E ci tengo a dire una cosa, a dispetto di quanto messo in giro da qualcuno, io non ho mai percepito neppure l’assegno di mantenimento dopo il divorzio. Per mia scelta. Pensi che al momento del matrimonio, nel 1986, io e Pippo scegliemmo pure di fare la separazione dei beni. Ho sempre preferito avere un’indipendenza economica: lavoro da una vita e non ho bisogno di nulla». Ma ha raccontato il dolore per essere stata tenuta lontana dall’ultimo periodo della vita di Baudo: «Non so neanche di cosa sia morto, mi aspettavo da chi gli stava accanto un minimo di cortesia».

I ricordi dell’ultimo incontro con l’ex marito raccontano la distanza crescente: «Eravamo a un concerto all’Arena di Verona. Non ci siamo detti una parola e ci siamo abbracciati. Con lui c’era anche lei (Dina Minna, ndr). Immaginavo e speravo di essere messa al corrente di un’eventuale malattia dell’uomo con il quale ho condiviso quasi vent’anni di vita. Invece niente. Non una telefonata, un messaggio: niente di niente». Alla camera ardente, aggiunge: «L’unica cosa che mi sono sentita di dirle quando l’ho incontrata è che mi aspettavo una telefonata. Non mi ha risposto. Non riesco a credere che non mi sia stato permesso di salutarlo prima della sua scomparsa».

Dina Minna, dal canto suo, ha sempre descritto il rapporto con Pippo Baudo come di totale dedizione professionale e affettiva: «Ho perso un padre. Abbiamo lavorato insieme per più di 35 anni, quasi 36. Ancora non mi rendo conto che non ci sia più». L’avvocato Pensa sottolinea che ogni scelta della Minna seguiva fedelmente le volontà di Baudo, compresa la decisione di evitare contatti con l’ex moglie: «Alla fine Pippo Katia non voleva più neanche vederla».