di
Natalia Distefano
Il Campidoglio ha richiesto la rimozione dei manifesti perché «contro le norme sui contenuti etici» scatenando l’ira del partito di Salvini
«A seguito di segnalazioni ricevute da cittadini» il Comune di Roma ha chiesto alla società per la rimozione dei manifesti di intervenire su quelli affissi nella Capitale dalla Lega, relativi al decreto Sicurezza. I messaggi che hanno acceso il disappunto dei cittadini – e del Campidoglio – sono questi: «”Scippi in metro? Ora finisci in galera senza scuse“, nel quale uno scippatore è rappresentato da una persona di etnia rom scortata da un agente di polizia all’interno di un vagone della metropolitana; “Occupi una casa? Ti buttiamo fuori in 24 ore“, nel quale gli occupanti sono individuati in una persona di colore, una di etnia rom e una persona “alternativa”».
Lega: «È censura, un caso di bavaglio comunista»
Ma l’iniziativa dell’amministrazione capitolina ha mandato su tutte le furie la Lega, che si dice pronta a contestarla in tutte le sedi. «Si tratta di censura – dice il leghista Davide Bordoni, segretario regionale di partito nel Lazio – i nostri consiglieri comunali presenteranno un’interrogazione e abbiamo dato mandato agli avvocati per un eventuale risarcimento dei danni». Protesta il partito di Matteo Salvini, che in una nota accusa: «Si tratta di un evidente caso di bavaglio comunista, un attentato alla democrazia, un atto di arroganza, uno sfregio alla libertà di opinione, un attacco a chi lavora e ha pagato le affissioni». Per tutti questi motivi, avvertono dalla Lega, «faremo di tutto per non farci imbavagliare: il Campidoglio, anziché preoccuparsi dei manifesti della Lega, dovrebbe dirottare le energie per risolvere i problemi delle periferie o bloccare i malviventi che scippano nelle metro. Oppure il Comune di Roma pensa davvero sia urgente sguinzagliare la Polizia Locale per dare la caccia ai manifesti della Lega?».
Il Regolamento in materia di pubblicità
Le regole in fatto di manifesti parlano chiaro: l’art. 12-bis del Regolamento in materia di pubblicità, di cui alla n. 141/2020, dispone il divieto di «esposizione pubblicitaria il cui contenuto contenga stereotipi e disparità di genere, veicoli messaggi sessisti, violenti o rappresenti la mercificazione del corpo femminile. È altresì vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto sia lesivo del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso, dell’appartenenza etnica, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere, delle abilità fisiche e psichiche. È altresì vietata l’esposizione pubblicitaria il cui contenuto promuova il gioco d’azzardo».
La replica del Campidoglio: «Violano le norme sui contenuti etici»
Secca, dunque, la risposta del Campidoglio: «I manifesti della Lega sono stati rimossi perché violano le norme vigenti circa i contenuti etici delle pubblicità». In sostanza: conterrebbero chiari stereotipi legati all’appartenenza etnica. «Si tratta di un atto adottato autonomamente dagli uffici competenti, a seguito di esposti pervenuti da cittadini: non si tratta dunque di censura, ma dell’applicazione puntuale delle norme vigenti», precisano dal Comune di Roma. «Resta ovviamente possibile presentare formale ricorso contro la decisione o proseguire la campagna pubblicitaria, modificando i contenuti in modo da renderli conformi al Regolamento», conclude il Campidoglio.
I manifesti saranno affissi in tutta Italia
La Lega non ci sta e cerca l’ultima parola: «Mentre a Milano il Pd si scandalizzava per i filmati delle scippatrici nella metro (ne parlava Monica Romano e ora la sinistra meneghina ha ben altro genere di problemi…), a
Roma il Pd censura i manifesti della Lega sul decreto Sicurezza perché contengono immagini prodotte con l’IA. In pratica, la sinistra vieta sia le immagini reali che quelle artificiali. Tutto pur di nascondere la verità. Il Partito Democratico difende chi scippa, chi ruba, chi imbratta, chi occupa le case? Reagiremo democraticamente in tutte le sedi per difendere la libertà
di opinione e di espressione», fa sapere la Lega. Che infine annuncia: «Siamo di fronte a una violenza inaudita: partirà una massiccia campagna non solo a Roma ma in tutta Italia e verranno diffusi nuovi manifesti. E sono in produzione magliette ad hoc», conclude il Carroccio.
Magi: «Pronta la denuncia contro la Lega»
Nel contenzioso interviene anche il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: «Abbiamo predisposto una denuncia alla Procura della Repubblica per chiedere l’apertura di un’indagine sui manifesti della Lega, in quanto contenenti messaggi apertamente discriminatori, razzisti e lesivi della dignità umana». Secondo Magi le immagini, diffuse anche dai canali social ufficiali del ministro Matteo Salvini e accompagnate da dichiarazioni denigratorie, «assimilano la figura della donna rom a una ladra, l’uomo nero a un occupante abusivo, e un giovane attivista con i dread a un criminale ambientale. Si tratta di una comunicazione politica costruita su stereotipi etnici e sociali, con un chiaro intento di istigare l’odio, la paura e il disprezzo verso categorie marginalizzate». Più Europa fa sapere che depositerà la denuncia: «Questa campagna, orchestrata con mezzi pubblici e in spazi pubblici, non è propaganda elettorale: è propaganda d’odio e non può essere tollerata. È una strategia nota: criminalizzare la povertà e chi la denuncia, e offrire come capro espiatorio i più deboli. Non resteremo in silenzio mentre si legittima l’odio attraverso le istituzioni».
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26 luglio 2025 ( modifica il 26 luglio 2025 | 20:51)
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