Non proprio quello che voleva il vicepremier Matteo Salvini, ma comunque il governo lavora a un intervento sulle cartelle fiscali per la Manovra. Si dovrebbe trattare di una nuova rottamazione (la cosiddetta “quinquies”) con una rateizzazione in dieci anni e 120 mensilità (senza pagare gli interessi e le sanzioni). Ci sarebbero però soglie di accesso, oltre che requisiti, più stringenti per i debitori rispetto alle scorse volte. Varrebbe per i debiti contratti con il Fisco tra il 2000 e il 2023.

L’intervento dovrebbe essere accopagnato da un primo stralcio di una parte dei debiti inesigibili, non ancora riscossi perché relativi a soldi impossibili da trovare dopo fallimenti d’impresa e incapienza dei soggetti coinvolti. Il montante vale in tutto 540 miliardi e ingolfa il cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate. Per le cartelle sotto i mille euro si guarda infine allo stralcio (intervento già varato quest’anno per i debiti affidati all’Agenzia tra 2000 e 2015). Quest’ultimo intervento, però, potrebbe essere sacrificato sull’altare di altre misure, viste le poche risorse a disposizione per la prossima legge di Bilancio.

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