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Redazione Sport
Il 12 settembre 2015, la sfida tutta italiana ha assegnato il titolo femminile nello Slam di New York
Una data: 12 settembre 2015. Di quelle che resteranno per sempre, da celebrare anche oggi che il tennis italiano scrive la sua storia torneo dopo torneo, vivendo la sua epoca d’oro. Dieci anni fa, quando il 14enne Jannik Sinner iniziava a formarsi per davvero a Bordighera da Riccardo Piatti e al maschile ci si aggrappava a Fabio Fognini e Andreas Seppi, a dar vita a una nottata indimenticabile furono due ragazze azzurre, Flavia Pennetta e Roberta Vinci, antagoniste in finale nello stadio da tennis più imponente al mondo, l’Arthur Ashe, agli Us Open.
Vinse Pennetta: 7-6 6-2. In tribuna l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Me lo ricordo come se fosse ieri», ha raccontato Flavia poche settimane fa al Corriere. «Prima di entrare avevo i brividi e lo stomaco chiuso: è stata la mia vita per vent’anni. Non sono una che piange spesso, soprattutto in pubblico (infatti durante la premiazione non mi scese una lacrima) però questi dieci anni sono stati così pieni di cambiamenti ed equilibri stravolti che oggi mi pare di raccontare l’esistenza di un’altra!». Le due rivali, Flavia e Roberta, hanno addirittura condiviso un caffè prima della finale: «Un’oretta prima di scendere in campo, nel ristorante dei giocatori. Lì accanto c’era Boris Becker, all’epoca coach di Novak Djokovic. Quando vide la scena, non voleva crederci. Bocca spalancata, occhi sbarrati… Tra amiche d’infanzia, caro Boris, si fa così».
Pennetta ha avuto la forza di dire basta pochi mesi dopo, di ritirarsi dal tennis con ancora fresche le immagini di una vittoria storica, la più importante della carriera: Flavia ha chiuso la carriera a fine 2015, dopo le Wta Finals, quando era numero 8 del mondo. «Fisicamente, mi sentivo un po’ arrivata: ogni giorno mi svegliavo con un dolore diverso. Ogni tanto mi chiedevo: perché sono qui?».
12 settembre 2025
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