Librerie, centri di documentazione, associazioni, archivi e biblioteche, molti sono i luoghi in cui il femminismo italiano ha sostenuto la libertà femminile in questi anni. Insieme alle Case delle donne, alle libere università, fino ai centri antiviolenza, l’elenco è assai più esteso quando si tratta di esperienze così diverse eppure emergenti dal movimento delle donne in Italia, talvolta con complesse alterne evoluzioni. Spazi collettivi, elaborazione teorica e di pratiche, il desiderio che hanno avuto le donne, in ogni parte dell’Italia, di esserci, in presenza per se stesse e per le altre loro simili, è traboccante. Ed è femminista.

FESTEGGIARE OGGI i primi dieci anni di Lìbrati, la libreria delle donne di Padova (a Milano la Libreria delle Donne ne compie 50 ma ci ritorneremo tra qualche giorno, ndr) si inscrive in questo procedere di lotta amorosa, di vicinanza grata verso le parole e i corpi delle donne. C’è però nell’appuntamento oggi a Padova (alle 16, in via San Gregorio Barbarigo 91, si parlerà della passione della lettura che ci rende libere, con Tristana Dini, Ilaria Durigon e Barbara Buoso) qualcosa di speciale perché indica quanto profonda sia l’attività delle lettrici in tessitura con le scrittrici. È una relazione tra la libertà femminile e l’invenzione che, nel caso di Padova, è presente fin dalle origini.

Ce ne parla Ilaria Durigon: «La libreria è nata come gesto folle e fiducioso di un gruppo di ragazze a cui la crisi del 2008 aveva tolto ogni orizzonte di futuro. È stata una scommessa controcorrente», prosegue Durigon, che insieme a Barbara Buoso anima uno spazio che ospita frequentatissimi gruppi di lettura, di scrittura e di approfondimento. «È un modo per non arrendersi a un sistema che sembrava non lasciare spazio né a prospettive né a desideri. In un mondo governato da una politica maschile che da sempre tenta di soffocare i sogni e di limitare le possibilità delle donne, aprire e tenere viva una libreria femminista significava e significa ancora oggi opporsi a quell’ordine». Fondata dieci anni fa da un gruppo di amiche femministe che fin dalla università condividevano la passione per i libri, le ragazze decidono di prepararsi alla professione, trovano un posto adeguato e avviano una campagna di finanziamento per sostenere l’apertura, finalmente nel 2015 la libreria nasce.

«NEGLI ANNI – continua Ilaria Durigon – la libreria si è avvalsa del contributo professionale di tante donne, con corsi, progetti, eventi, cambiando, trasformandosi, allargando sempre più il mondo di Lìbrati, rendendola un punto di riferimento culturale non solo della città di Padova ma di tutto il Veneto». Il panorama politico miope non giova eppure «mentre attorno a noi tante librerie hanno chiuso e l’idea stessa di spazi culturali indipendenti è stata messa in discussione, la nostra scelta è rimasta quella di resistere. Dopo dieci anni, continuare a restare aperte non è soltanto una sfida economica e culturale: è un gesto femminista, ostinato e visionario, folle e fiducioso, che rivendica per le donne e per tutte e tutti la possibilità di sognare e di creare alternative». (Alessandra Pigliaru)