In F1 la stagione da rookie per il nostro Andrea Kimi Antonelli al momento è stata al di sotto delle attese rispetto alla vigilia del mondiale. Il bolognese alla guida della Mercedes ha mostrato sprazzi di talento e velocità, ma anche difficoltà di guida e scarse performance. Passando anche per diversi errori in pista, ma questo ci sta dato che Kimi è all’esordio in F1.
Antonelli festeggia la pole conquistata per la Sprint Race di Miami.
Se guardiamo ai lati positivi bisogna senza dubbio menzionare la pole conquistata a Miami nella qualifica della Sprint Race, oppure il podio conquistato nel GP del Canada. Ma anche l’ottima performance in Australia in rimonta sotto il diluvio. Poi però ci sono stati diversi errori, sfortune e problemi tecnici nel corso della stagione. L’ultimo errore in ordine di tempo è stato il contatto con Leclerc in Olanda nel tentativo di sorpassare il monegasco della Ferrari. Oppure il contatto al via del GP d’Austria con Verstappen.
Tuttavia per vedere il vero Antonelli bisognerà aspettare il 2026, visto che il bolognese è stato confermato da Toto Wolff al fianco di George Russell in Mercedes. Sull’argomento Kimi Antonelli è intervenuto Leo Turrini ai microfoni di Pit-Talk. Il “Maestro” Leo ha ribadito che ha piena fiducia sulle potenzialità del pilota italiano classe 2006. Turrini ha iniziato in tono più ironico nel ribadire la sua “imparzialità” nel giudizio ad Antonelli:
Il “Maestro” Leo Turrini.
“Allora, intanto io devo dirti subito una cosa: non sono obiettivo, perché come capisci dal mio accento, io e Kimi Antonelli siamo figli della stessa terra, mangiamo gli stessi tortellini, beviamo lo stesso Lambrusco, quindi io ho un debole per lui. Lui è l’Harry Potter della F1.”
“Secondo me ha cominciato il campionato molto bene, perché è entrato in una scuderia dove c’è un signor pilota come Russell. È vero che Russell è sempre più veloce di lui, però nella prima parte della stagione Kimi ha fatto la pole nella sprint di Miami, è andato sul podio in Canada. Eppure, arrivando dietro a George, comunque era sempre lì, era vicino. Poi è entrato in un loop negativo, ha commesso degli errori. Penso anche alla collisione con Leclerc in Olanda, no? Anche quella che aveva avuto con Verstappen, non ricordo… (GP d’Austria nda).
Max Verstappen festeggia la vittoria sul podio del GP del Giappone.
Credits: Oracle Red Bull Racing via X
“Però io rimango fiducioso perché non dobbiamo mai dimenticare che parliamo di uno che non ha nemmeno vent’anni. Io sento troppa gente che dice “Ah, è un bluff, l’hanno pompato troppo, hanno sbagliato a metterlo immediatamente su una macchina come Mercedes che comunque, non essendo quella dominante, è un top team”. Io dico questo a tutti: ma voi vi ricordate i primi 3-4 anni di Max Verstappen? Verstappen era sicuramente un fenomeno naturale e si percepiva che aveva più talento di quello che sta mostrando Antonelli. Ma Verstappen collezionava una sequenza industriale di puttanate!”
“La sua fortuna – oltre al merito che ho detto, che è un fenomeno, perché per me Verstappen è uno dei più grandi piloti di tutti i tempi – ma la fortuna di Max è stata che in Red Bull gli hanno dato tutto il tempo per crescere, sbagliare, fare talvolta anche delle figuracce. Quando coabitava con Ricciardo in Red Bull, non è che stesse sempre davanti lui, se qualcuno si vuole ricordare.”
Forse Antonelli ha bisogno di più tempo rispetto ad un Verstappen per emergere in F1?
Andrea Kimi Antonelli & Toto Wolff nel weekend di Monaco 2024.
“Antonelli secondo me ha bisogno di avere tutto il tempo che gli serve per imparare, per sbagliare apprendendo e per apprendere sbagliando. E qui dipende da Toto Wolff. Se Toto Wolff poi l’ha messo sulla Mercedes nella convinzione che al debutto assoluto, a 18 anni, mai gareggiato in F1, sarebbe stato in grado di andare subito fortissimo, beh allora ha commesso un errore. Ma un errore addirittura filosofico, hai capito? Di imprinting culturale.”
“Se invece lo si lascia crescere, io sono convinto che Antonelli arriva, perché sennò tu a quell’età lì la pole a Miami non la fai, sul podio a Montreal non ci vai, hai capito? C’è qualcosa di molto buono, c’è. Poi – e ho finito – io ne ho visti tanti che si sono anche persi. Che poi esplode quando acquista la sicurezza e l’esperienza in tutto il suo straordinario repertorio di fuoriclasse assoluto. Io ho anche visto dei ventenni – una volta magari avevano qualche anno in più perché arrivavano in F1 dopo – che si sono smarriti, che nelle difficoltà sono andati in crisi psicologica e che non sono più riusciti a cavarci i piedi.”
Alberto Murador