Dalla Legnano di Bartali alla "fucilata di Goodwood" di Saronni: Legnano "capitale del ciclismo" con AttivaMente

La polvere delle strade bianche, il suono ritmato delle ruote che girano, i racconti di campioni che hanno fatto sognare intere generazioni. Legnano ancora una volta veste i panni di “piccola capitale del ciclismo” per ricordare che in città le due ruote non solo uno sport, ma una vera e propria filosofia di vita, e lo fa nel perimetro di AttivaMente, il progetto promosso da Palazzo Malinverni nell’ambito di Cultural Olympiad, percorso di accompagnamento verso le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 finalizzato a promuovere sport, inclusione e partecipazione civica.

Sul palco della tensostruttura allestita per l’occasione al Castello di Legnano, con la regia dell’U.S. Legnanese 1913, sono saliti grandi nomi del ciclismo di ieri e di oggi, dall’”inossidabile” Pino Pagani, vero e proprio “mostro sacro” del ciclismo locale che nonostante i 95 anni compiuti è sceso di sella solo quattro anni fa, al campionissimo Beppe Saronni, che con la celeberrima “fucilata di Goodwood” nel 1982 ha portato ai “vicini di casa” di Parabiago 59 anni dopo la vittoria di Libero Ferrario a Zurigo. Con loro, guidati dal giornalista Marco Pastonesi, si sono avvicendati al microfono per parlare del ciclismo di ieri e di oggi Alfredo Bonariva, storico gregario di Fausto Coppi e talent scout di nomi di peso del ciclismo femminile italiano come Rossella Galbiati e Maria Canins, l’oro olimpico nell’inseguimento su pista di Roma 1960 Marino Vigna, il triatleta olimpico ad Atene 2004 e Pechino 2008 Daniel Fontana, il giornalista e scrittore Beppe Conti e la primatista mondiale di velocità su pista Rossella Galbiati.

Dalla Legnano di Bartali alla "fucilata di Goodwood" di Saronni: Legnano "capitale del ciclismo" con AttivaMente

Ospiti con storie diverse, ma tutte inesorabilmente legate a quella del ciclismo italiano, che partendo dal primo prototipo di bicicletta realizzato, la draisina, hanno raccontato alla platea piccoli e grandi aneddoti a due ruote, dalle prime gare osteggiate dalla famiglia di Pino Pagani alle vittorie alla Coppa Bernocchi di Beppe Saronni, passando per la firma dei fratelli Zanazzi con la Legnano ai tempi in cui la Legnano di Bartali era un treno che passava una volta sola nella vita. Fino alla premiazione finale degli ospiti, tra cui quella di Pino Pagani per i suoi 80 anni di Coppa Bernocchi.

«Legnano è una piccola capitale del ciclismo – ha sottolineato durante l’incontro il presidente della U.S. Legnanese 1913 Luca Roveda -, ma è davvero una capitale importante: è un territorio che ha dato i natali a tanti campioni, come Libero Ferrario, atleta dell’Unione Sportiva Legnanese che è stato il primo italiano a vincere un Campionato del Mondo su strada, è il territorio che ha dato i natali alla bicicletta Legnano, conosciuta in tutto il mondo e, ancora 30 anni fa, bicicletta del campione del mondo su strada».

«È bellissimo usare il tema dello sport per fare cultura, per fare ogni giorno dei passettini per costruire una città e una vita migliore – ha aggiunto il sindaco di Legnano Lorenzo Radice -. Chi fa sport in maniera seria ci insegna ogni giorno che la competizione è qualcosa in cui, sia che si vinca, sia che perda, si impara qualcosa: un insegnamento importantissimo, soprattuto in un’epoca come questa, segnata dalla guerra e da tante cose che purtroppo non vanno».