La CISL Funzione Pubblica Verona accende i riflettori sulla vertenza dei lavoratori della sanità privata e delle RSA: più di 4.500 addetti nel territorio scaligero sono ancora senza rinnovo contrattuale, una situazione che il sindacato giudica ormai insostenibile per chi garantisce ogni giorno assistenza nelle strutture accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale. L’appello, che parte da Verona, si aggancia alla mobilitazione nazionale diretta al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, con la richiesta di un tavolo immediato per sbloccare i contratti collettivi Aiop–Aris e del comparto sociosanitario delle RSA.

Giovanni Zanini, segretario generale FP CISL Verona.Giovanni Zanini, segretario generale FP CISL Verona.

«Parliamo di oltre 250.000 lavoratrici e lavoratori in tutta Italia, e più di 4.500 solo nel nostro territorio veronese» dichiara Giovanni Zanini, segretario generale della CISL FP Verona. «Persone che ogni giorno garantiscono assistenza e cure nelle strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale, spesso in condizioni difficili e con stipendi fermi da anni.»

Il fronte locale è ampio e tocca poli sanitari di primo piano per l’economia dei servizi alla persona e l’occupazione: dall’Ospedale Pederzoli di Peschiera al Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, dalla Casa di cura San Francesco a Santa Giuliana e Santa Chiara, fino a Villa Garda, Centro Riabilitativo Veronese e Centro Polifunzionale San Marco. Realtà che, oltre a garantire un’offerta sanitaria strategica per la provincia, generano indotto, qualificano l’attrattività del territorio e contribuiscono alla tenuta della spesa sanitaria regionale grazie all’integrazione pubblico–privato.

«Il contratto è fermo da oltre 13 anni nel settore RSA e da più di 7 nella sanità privata. È inaccettabile» prosegue Zanini. «Il malcontento cresce, e con esso il rischio di un peggioramento della qualità dell’assistenza.» Il sindacato chiede un confronto stabile con le centrali datoriali ARIS e AIOP, impegni chiari e risorse adeguate, l’allineamento dei rinnovi privati alle scadenze del pubblico, la fine del dumping contrattuale e l’obbligo di applicare contratti firmati da organizzazioni realmente rappresentative.

Sul piano economico e industriale del settore, l’avvertimento è netto: senza un rinnovo che agganci salari e condizioni all’evoluzione dei costi e ai fabbisogni di personale, il sistema rischia di perdere professionalità, vedere crescere turnover e assenteismo e comprimere gli standard, con ricadute sui conti delle strutture e sulla programmazione regionale. Un deterioramento che, per una provincia a forte vocazione sanitaria come Verona, sarebbe un segnale negativo anche per investimenti, occupazione femminile e continuità assistenziale.

«Chi riceve fondi pubblici per erogare servizi sanitari deve rispettare regole precise e rinnovare i contratti alla scadenza» conclude Zanini. «Il nostro obiettivo è garantire equità, dignità e continuità assistenziale per chi lavora e per chi riceve cure. Da Verona ci aspettiamo un segnale forte e immediato dalle istituzioni.»

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