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Ho ricominciato a sorridermi è il titolo del suo libro edito da Mondadori. «Fino a tre anni fa io ti avrei detto non sarò mai più felice, perché le avevo provate talmente tutte, che mai niente mi aveva portato a una vera gioia, ma era una felicità momentanea, non una vera serenità. Io stavo talmente lontano da quel processo, dopo 12 anni in carrozzina, che dicevo, ma è inutile, non ce la farò mai. Invece da quando vivo nel van l’ho raggiunta, mi piace proprio quello che faccio, sono orgoglioso di me, voglio bene alla carrozzina».
Il posto più bello dove è stato e quello dove vorrebbe andare? «Di posti belli ne vedo talmente tanti, che per me è diventato quasi routine il posto bello. La cosa invece che me lo rende speciale o no, sono le persone con cui condivido quel posto. Uno dei miei posti preferiti, sta in Calabria, ed è un posto normalissimo, una spiaggia, che non ha niente di che, non si può paragonare alle spiagge che ho visto in Sardegna, o in Portogallo, o in Marocco, però ci sono due delle persone che io amo di più in vita mia, sono una coppia lui calabrese e lei venezuelana. Quando sono con loro ho il cuore pieno, e quindi quello per me è diventato un posto del cuore. Se parliamo di bellezza pura, io direi la costa ovest della Sardegna, da Alghero a scendere giù, posti in Portogallo, Praia do Amado, che ha una scogliera rossa a picco sull’Oceano con onde gigantesche, che si infrangono e fanno un rumore pazzesco, con il sole che ci tramonta sopra e crea tutta un’atmosfera rosa incredibile, il Mirador del Rio a Lanzarote, un’altra scogliera fenomenale. I miei posti preferiti sono sul mare, non c’è niente da fare, ne ho cercati tanti, sono stato sulle Dolomiti, sono stati tanti i posti dove arrivi e dici wow! Però niente è come il mare».
«Secondo me la solitudine è una cartina tornasole di come stai. In base a come la vivi, capisci tanto di te. Nel momento in cui la vivevo male, avevo grossi problemi con me stesso. Grosse insicurezze, grossi temi da chiarire. Non stavo in pace con me stesso e cercavo la presenza di altre persone per colmare questo vuoto che sentivo quando ero solo. Cosa proprio da non fare, perché ti porta anche ad accettare persone solo perché ne hai bisogno, non perché le vuoi. Poi l’ho affrontata vivendo all’inizio da solo ed è stata l’equivalente di salire sul ring contro Tyson. Mi ero anche appena lasciato, quindi era un periodo molto difficile. Piangevo ogni notte. Però è stata la solitudione che mi ha permesso di cominciare ad amarmi con piccole routine, incontri con nuove persone. Da lì ho imparato quanto sia importante circondarsi di persone importanti, non solo perché ne hai bisogno, ma che ti diano qualcosa. La solitudine mi ha insegnato innanzitutto il valore della non-solitudine».