AGIPRESS – IMOLA – I mitici motori turbo e aspirati che hanno fatto sognare intere generazioni di tifosi sono tornati a rombare a Imola, il 13 e 14 settembre, accendendo ricordi e passioni al Minardi Day, giunto alla sua nona edizione. Sul circuito del Santerno hanno sfilato le monoposto che hanno scritto una pagina indelebile della F1: dalla Minardi M189 guidata da Pierluigi Martini, fino alla longeva e vincente Lotus 72, che regalò all’allora team inglese due titoli mondiali, gareggiando nel Circus per cinque stagioni consecutive, dal 1970 al 1975. Ma quest’edizione ha avuto un significato speciale: sono infatti passati 40 anni dall’esordio del team Minardi in Formula 1, esperienza che si è conclusa nel 2005.
Il Minardi Day è la storia di una visione, quella di Gian Carlo Minardi e di tutti coloro che lo hanno seguito. Gian Carlo Minardi è stato un uomo coraggioso, che ha saputo lanciare molti giovani piloti, soprattutto italiani.

Anche chi non ha iniziato con lui, come Ivan Capelli, non è voluto mancare:
“Gian Carlo Minardi è stato un pioniere, un punto di riferimento per i giovani piloti che avevano passione e talento ma non potevano contare su ingenti possibilità economiche. Era sempre pronto a un consiglio senza secondi fini, anche se eri un suo avversario”.
In tanti sono passati per Faenza: Alessandro Nannini, Michele Alboreto, Pierluigi Martini, Roberto Moreno, Christian Fittipaldi, Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli, Mark Webber e Fernando Alonso.
Ognuno di loro ha scritto una pagina importante nel motorsport; qualcuno – pensiamo ad Alonso – ha vinto persino due titoli mondiali. Figure storiche come l’ingegner Aldo Costa sono partite da qui: dalla Minardi alla Ferrari, poi alla Mercedes, oggi in Dallara. E quando decide di indossare il casco e scendere in pista, se la gioca alla grande, realizzando ottimi tempi.

Qui, in questo angolo di Romagna, la Formula 1 torna ad avere un volto umano, i tifosi non sono relegati a un posto sugli spalti, ma possono interagire con quelli che sono stati i loro idoli. Ex ingegneri e meccanici della Minardi si riabbracciano, si guardano negli occhi e si prendono in giro proprio come quarant’anni fa. L’emozione dell’esordio in F1 al GP del Brasile, il quarto posto in Portogallo di Martini, la prima fila a Phoenix, i viaggi. Le donne… Alcuni di loro sono rimasti nel mondo dei motori, i più giovani hanno proseguito in Toro Rosso, altri hanno cambiato strada. Ma questo non ha importanza. Non si vedono e non si sentono da anni, ma è come se si fossero lasciati solo il giorno prima. Qui il tempo rimane sospeso. È come se non fosse mai passato. Il sogno, invece, non finisce mai.
Emiliano Savini

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