Nella settimana tra il 28 agosto e il 3 settembre, la variante ‘Stratus’ ha fatto aumentare i casi di positività al covid in Italia oltre la soglia dei 2.000, contro i 1.391 della settimana precedente, mentre i decessi sono scesi da 10 a 8. “Dobbiamo considerare – dichiara il virologo Fabrizio Pregliasco – che questo virus rimarrà con noi ancora a lungo. Queste onde di salita hanno un andamento, una crescita e una coda, di circa sei mesi. Ai fragili e agli anziani, in caso di manifestazioni cliniche aspecifiche, suggerisco di fare eseguire il test covid perchè per loro l’approccio è quello di utilizzare, nell’immediatezza, il prima possibile, un farmaco antivirale specifico, paxlovid, che si assume per bocca ed è prescrivibile dal medico di famiglia”. Oggi il covid non fa più paura, ma c’è tuttavia chi ritiene che la somministrazione della campagna vaccinale di massa, negli anni della pandemia, abbia prodotto più danni che benefici: “Abbiamo testimonial, purtroppo rilevanti. In particolare – afferma Pregliasco – il ministro della salute americano Kennedy Jr che, mi permetto di dire, dice sciocchezze e cose che sono legate ad una comunicazione di tipo politico. Il risultato invece è oggettivo a livello mondiale e cioè una efficacia e una riduzione della mortalità, nel momento in cui il vaccino poteva essere disponibile. Così come la riduzione dei costi sanitari, un ritorno alla normalità e un recupero dell’economia più rapido”. Intanto in vista della stagione fredda, l’attenzione va verso l’influenza: “L’influenza – dichiara, ironicamente Pregliasco – è una certezza. E’ come le tasse, come una rata invernale con cui tutti noi dobbiamo fare i conti. Quest’anno –  precisa Pregliasco –  sono attese le varianti A/H3N2 e B/VICTORIA che sono immunoevasive e schivano quindi la protezione acquisita da precedenti infezioni o vaccinazioni: “Quindi – prosegue il professor Pregliasco – ci aspettiamo una stagione alla pari delle ultime due: molto intense e con un numero di persone colpite, in Italia, dal 15 al 25% della popolazione”. Gli over 65 e le persone con malattie croniche, le categorie più esposte a possibili complicanze: “I soggetti a rischio – conclude – sono sostanzialmente gli stessi e quindi io suggerisco il richiamo vaccinale per l’influenza e per il covid, in un’unica seduta”.