Che fine ha fatto Elina Avanesyan? La tennista russa naturalizzata armena, che aveva iniziato l’anno da numero 44 del mondo dopo i buoni risultati conquistati lo scorso anno, compresa la prima finale Wta in carriera raggiunta a Iasi (in cui si ritirò nel terzo set contro Mirra Andreeva), sembrava decisamente in rampa di lancio. La semifinale al Wta 500 di Merida era valsa alla 22enne il best ranking, alla 36esima posizione, ulteriore segnale della crescita dell’armena. Che però, da marzo, ha subito un vero e proprio crollo. Tra ritiri e sconfitte ai primi turni, Avanesyan è precipitata in classifica, fino ad uscire dalla top 100.

Quasi un mistero, con la ragazza nata in Russia che sembrava quasi irriconoscibile. È stata la stessa Elina a rivelare, sui propri social, di aver vissuto un periodo da incubo, spiegando di aver dovuto combattere con una forma aggressiva di mononucleosi.

Il post di Elina Avanesyan

La tennista armena ha raccontato come è iniziato il proprio calvario: “A marzo mi è stata diagnosticata la mononucleosi. All’inizio non mi rendevo conto di quanto mi avrebbe influenzato, ma presto ho iniziato a sentirmi sempre esausta, senza energie, e anche gli allenamenti più semplici sono diventati davvero difficili. È stato particolarmente difficile da accettare perché i primi due mesi della stagione erano andati molto bene. Stavo gareggiando ad alto livello, mi sentivo in ottima forma e mi stavo davvero godendo il tennis. Passare da quello a sentirmi così debole e incapace di giocare è stato incredibilmente frustrante”.

Problemi che sono continuati anche nei mesi successivi, a causa della propria debolezza. “A Miami ho iniziato ad avere forti dolori al polso, che hanno richiesto molto tempo per guarire. Proprio quando pensavo di stare meglio, ho avuto un’altra battuta d’arresto con un dolore alla spalla, e da allora mi è sembrato che fosse un problema dopo l’altro. Questi problemi fisici sono stati molto difficili da gestire, soprattutto perché il mio corpo non si è ancora ripreso completamente dalla malattia. Mi sembra che tutto abbia richiesto più tempo del solito per guarire, il che rende il processo ancora più difficile”.

Avanesyan ha poi continuato: “Questo percorso mi ha messo alla prova in modi che non mi aspettavo. Ci sono stati momenti di frustrazione e persino di dubbio, ma ho anche imparato molto sulla pazienza, sulla resilienza e su quanto amo veramente questo sport. Essere in grado di giocare di nuovo è stato un grande passo avanti, ma competere senza sentirmi me stessa in campo è davvero difficile. Più di ogni altra cosa, mi manca poter lottare al massimo livello e godermi il gioco come so fare”. 

La 22enne ha concluso ringraziando i propri fan per il sostegno, dichiarando di non vedere l’ora di tornare a competere al massimo della propria forma.