In una intervista pubblicata da El Comercio e Crux, il Pontefice sottolinea la differenza sempre più grande “tra i livelli della classe operaia e quelli dei più ricchi”. All’Angelus ha invece rinnovato il suo appello per l’unità della Chiesa e ringrazia i fedeli per gli auguri nel giorno del suo settantesimo compleanno e aggiunge: “L’amore di Dio più grande del nostro peccato”

Papa Leone XIV ha denunciato l’allargamento del divario tra i redditi della classe operaia e quelli dei più ricchi in un’intervista rilasciata a El Comercio e Crux. “Ad esempio,” ha affermato il Pontefice, “gli amministratori delegati che sessant’anni fa guadagnavano da quattro a sei volte più dei lavoratori, ora, secondo gli ultimi dati che ho visto, guadagnano seicento volte più del lavoratore medio. Ieri ho letto che Elon Musk potrebbe diventare il primo trilionario al mondo. Cosa significa tutto questo? Se l’unica cosa che ha valore oggi è questa, allora siamo in grossi guai”, ha aggiunto Leone.

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“L’unica via è la pace, la gente deve svegliarsi”

“Ho alzato la mia voce, la voce dei cristiani e delle persone di buona volontà, affermando che la pace è l’unica risposta all’uccisione di persone dopo tutti questi anni da entrambe le parti, in quel particolare conflitto, ma anche in altri conflitti”, ha aggiunto il Papa parlando della guerra tra Russia e e Ucraina durante l’intervista. “In qualche modo le persone devono svegliarsi e dire: c’è un altro modo per farlo”, chiudere il conflitto. “Credo che diversi attori debbano esercitare una pressione sufficiente affinché le parti in conflitto dicano: basta, troviamo un altro modo per risolvere le nostre divergenze”, ha spiegato.

 “Mi sento molto americano ma amo il Perù”

Rispondendo alla giornalista che gli chiedeva se si identificasse di più con gli Stati Uniti, dove è nato, o con il continente latinoamericano nel quale ha vissuto a lungo, il Pontefice ha chiarito: “Sono ovviamente americano e mi sento molto americano, ma nutro anche un grande amore per il Perù, per il popolo peruviano, quindi questo fa parte di me. Ho trascorso metà della mia vita ministeriale in Perù, quindi la prospettiva latinoamericana è molto preziosa per me”.  Il Papa, che ama lo sport, e soprattutto il calcio, ai Mondiali infatti tiferà “probabilmente il Perù, giusto per un legame affettivo. Sono anche un grande tifoso dell’Italia”. Poi ha continuato: “La gente sa che sono un tifoso dei White Sox, ma, come mio padre, sono un tifoso di tutte le squadre. Anche a casa, sono cresciuto tifando per i White Sox, ma mia madre era tifosa dei Cubs, quindi non potevi essere uno di quei tifosi che esclude l’altra squadra. Abbiamo imparato, anche nello sport, ad avere un atteggiamento aperto, comunicativo e amichevole, perché altrimenti non avremmo cenato insieme”, ha scherzato parlando in questo caso di baseball. 

“Sto ancora imparando a fare il Papa”

Sul suo nuovo ruolo di Pontefice, Leone XIV ha ammesso: “Ho ancora un lungo percorso di apprendimento davanti a me. C’è una parte importante che sento di essere riuscito a gestire senza troppe difficoltà, ovvero l’aspetto pastorale. Sono ancora stupito dalla risposta”, “dal coinvolgimento di persone di tutte le età”. “Apprezzo tutti, chiunque siano, da qualunque parte provengano, e li ascolto”, ha detto. “L’aspetto totalmente nuovo di questo lavoro – ha specificato il papa alla giornalista che uscirà con il volume biografico ‘León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI’ che sarà pubblicato in spagnolo da Penguin Perú il prossimo 18 settembre – è l’essere stato lanciato al livello di leader mondiale. È una cosa molto pubblica; la gente sa delle conversazioni telefoniche o degli incontri che ho avuto con i capi di Stato di vari governi e Paesi in tutto il mondo, in un momento in cui la voce della Chiesa ha un ruolo importante da svolgere. Sto imparando molto su come la Santa Sede abbia svolto un ruolo nel mondo diplomatico per molti anni” e “tutto questo è nuovo per me in termini pratici. Ho seguito l’attualità per molti anni. Ho sempre cercato di rimanere aggiornato sulle notizie, ma il ruolo del Papa è certamente nuovo per me. Sto imparando molto e mi sento stimolato, ma non sopraffatto. Da questo punto di vista, ho dovuto buttarmi a capofitto molto rapidamente”.

“La democrazia non è sempre soluzione perfetta”

Il Papa ha parlato anche del processo sinodale della Chiesa, facendo un riferimento ai sistemi democratici dei Paesi nel mondo. “Non si tratta di cercare di trasformare la Chiesa in una sorta di governo democratico, poiché, se guardiamo a molti Paesi del mondo di oggi, la democrazia non è necessariamente una soluzione perfetta per tutto”, le parole di Leone XIV che, in riferimento al processo sinodale della Chiesa, ha aggiunto: “Si tratta piuttosto di rispettare e comprendere la vita della Chiesa per quello che è e dire: ‘Dobbiamo farlo insieme'”.

Papa Leone XIV all’Angelus: “Unità e sinodalità per la Chiesa”

In mattinata, all’Angelus, Leone XIV ha rinnovato il suo appello per l’unità della Chiesa ringraziando i fedeli per gli auguri nel giorno del suo settantesimo compleanno. “Domani – ha spiegato il Papa – ricorre il 60esimo anniversario della istituzione del Sinodo dei Vescovi, intuizione profetica di San Paolo VI affinché i Vescovi potessero ancora di più e meglio esercitare la comunione con il successore di Pietro. Auspico che questa ricorrenza susciti un rinnovato impegno per l’unità per la sinodalità e per la missione della Chiesa”. Il Papa si è rivolto alla piazza: “Carissimi, sembra che sappiate che oggi compio settant’anni. Rendo grazie al Signore ai miei genitori e ringrazio quanti hanno avuto un ricordo nella preghiera. Tante grazie a tutti. Grazie e buona domenica”.

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Il Papa: l’amore di Dio più grande del nostro peccato

“Dio ci ha salvati mostrandosi a noi, offrendosi come nostro compagno, maestro, medico, amico, fino a farsi per noi Pane spezzato nell’Eucaristia. E per compiere quest’opera si è servito di uno degli strumenti di morte più crudeli che l’uomo abbia mai inventato: la croce”, ha proseguito il Papa all’Angelus nel giorno in cui la Chiesa celebra l'”esaltazione” della croce che sottolinea “l’amore immenso con cui Dio, abbracciandola per la nostra salvezza, l’ha trasformata da mezzo di morte a strumento di vita, insegnandoci che niente può separarci da Lui e che la sua carità è più grande del nostro stesso peccato”. Su questo esempio anche noi dobbiamo cercare di “donarci gli uni agli altri, come Lui si è donato tutto a tutti”.  

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