di
Mara Gergolet

Oltre 13 milioni i tedeschi chiamati al voto per le elezioni comunali nella Renania settentrionale-Vestfalia, il Land più popoloso del Paese

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE 
BERLINO – Dal voto del Nordreno-Vestfalia arriva un sospiro di sollievo per il governo tedesco: i due partiti della maggioranza nero-rossa tengono, quello del cancelliere Friedrich Merz resta il punto di riferimento, l’architrave politica nella più popolosa regione della Germania, sede di molte delle sue industrie pesanti. Nessun contraccolpo arriverà dalla Renania a Berlino. 

Qui però finiscono le buone notizie, perché lo stesso voto, locale — con il rinnovo di 396 amministrazioni comunali — sancisce il definitivo sfondamento dell’Afd nell’Ovest, ossia nella solida Germania renana, quella che ha sempre guardato alla Francia e all’Occidente, non alla Russia. L’estrema destra di Alternative für Deutschland non è più un fenomeno dell’ex Ddr, ma si è insediata nel cuore classico della democrazia tedesca. E infatti ha più che triplicato i propri voti, salendo al 16,4% (era al 5,1%). 



















































Il ministro-presidente del Land, Hendrik Wüst della Cdu, che a 50 anni è il più forte rivale interno di Merz e di sicuro in futuro tenterà la scalata fino alla cancelleria, commenta il voto senza trionfalismi: «Questo risultato deve farci riflettere, e non può farci dormire sonni tranquilli. Nemmeno il mio partito, che ha vinto queste elezioni in modo così netto».

Era l’unico appuntamento elettorale per i prossimi 12 mesi. Comunale, non regionale (i Land hanno notevole potere politico), ma proprio per questo era un check-up per le truppe di Merz che si è insediato in primavera. Entrambi i partiti hanno raggiunto il minimo storico: 34,2 i cristiano-democratici della Cdu (5 anni fa erano al 34,3%) e 22,6% i socialdemocratici della Spd (erano al 24,3%). Ma è uno smottamento minimo, tollerabile in tempi di crisi. E almeno la Cdu si può ancora vantare del titolo di Volkspartei, del partito popolare, se la sceglie un elettore su tre. 

La Spd continua l’erosione: nel 1999 qui ha vinto per l’ultima volta, passando lo scettro alla Cdu. Da allora — in una regione che comprende città come Colonia, Düsseldorf, Duisburg, Essen, Wuppertal, che è la terra dei colletti blu e della mitica Ruhr delle fornaci industriali — i socialdemocratici hanno a poco a poco perso il sostegno degli operai e delle classi popolari. Complici le riforme Schroder, che hanno salvato la Germania ma affossato la sua Spd. 

L’altro dato interessante è il quasi dimezzamento dei Verdi. Nel 2020, prima delle elezioni nazionali che avrebbero portato al governo Olaf Scholz, avevano ottenuto il 20,1%. Ieri soltanto l’11,7%. Anche in queste aree urbane, dove il credo ecologista era diventato di massa, siamo di fronte a una ritirata generale. Irrilevanti i liberali (3,4%); cresce la Linke (5,6%), il partito della sinistra che ha una presenza ormai nazionale, mentre la stella di Sahra Wagenknecht è tramontata. È la nuova realtà politica a cui si sta abituando la Germania: il centro ancora tiene, ma le ali estreme sono sempre più rumorose, e si sono radicate.

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14 settembre 2025 ( modifica il 14 settembre 2025 | 20:41)