Eminenza Zuppi,

mi perdoni se le scrivo ancora una lettera aperta e lo faccio nuovamente a causa di Avvenire.

Sono amareggiato e contristato per quanto pubblicato dal quotidiano “dei vescovi” sul grave attentato che è costato la vita a Charlie Kirk.

Charlie era cristiano, marito e padre di famiglia, assassinato per aver testimoniato la fede e le proprie convinzioni usando il dialogo e la persuasione.

Amava moltissimo Gesù e la Vergine Maria, e in ogni occasione cercava di difendere la vita dal concepimento, la famiglia, il matrimonio e la libertà di educazione dei figli.

Lo faceva con forza, con passione, ma sempre con rispetto. La prego, guardi uno dei suoi video, e non potrà che concordare.

Si può essere d’accordo o dissentire con le sue posizioni e i suoi toni, ma credo si debba rispetto assoluto ad una persona che ha dato la vita per le proprie idee.

E invece, nelle pagine del quotidiano della CEI, di rispetto non vi è alcuna traccia.

Leggo insieme a lei alcuni passaggi:

“veleno delle sue parole”, “cresciuto nell’agiata periferia”, “mai laureato”, accusato di praticare il “lavaggio del cervello”, promotore della “disinformazione sul covid” e del “negazionismo sul cambiamento climatico”, queste sono le parole e le insinuazioni (queste si, velenose) che dal titolo in poi imbevono gli articoli che il quotidiano fu cattolico dedica a Kirk.

Trovo poi del tutto esecrabile la spalla di approfondimento dove si tenta -senza neppur nasconderlo – di gettare la colpa di quanto accaduto sulla stessa vittima, rea di aver difeso il secondo emendamento, e lo si fa con espressioni lontane dal vero e intollerabili in un contesto di cordoglio, tra le quali, ad esempio “per molti americani la Bibbia e il fucile sono la stessa cosa”. Nello stesso pezzo poi si mettono sullo stesso piano il presunto assalto a Capitol Hill e l’attentato a Trump, si calunnia Kirk attribuendogli posizioni razziste mai avute e si conclude preconizzando che il killer di Kirk sia probabilmente “un ultras Maga deluso dall’incertezza del Presidente in materia di immigrazione”.

Insomma Eminenza, a mio parere un capolavoro di velenose insinuazioni ed inaccettabili quanto infondate accuse, tutto orientato, se non a giustificare quanto accaduto, certo a sostenere la tesi del “SE L’È CERCATA” e a gettare le colpe nel campo conservatore.

Davvero queste sono le uniche parole che il quotidiano dei vescovi italiani, il suo quotidiano, riesce a dire davanti a un ragazzo di 31 anni ammazzato con un colpo di fucile alla giugulare?

Davvero non riuscite a dire una parola di cordoglio per l’orribile morte, di apprezzamento per il suo impegno, di suffragio per la sua anima, di tenerezza per la sua vedova e i loro due splendidi bambini?

Davvero riuscite a pubblicare solo attacchi e accuse più o meno larvati a una persona che non può più difendersi perchè chiusa in una bara?

Non solo Avvenire non è più un giornale cattolico, non è più neppure un giornale cristiano.

A mio giudizio somiglia ormai all’organo di stampa di una sinistra livorosa e ideologica che si nasconde sotto gli altari per portare avanti le proprie idee.

Le parranno esagerate le mie parole, ma le assicuro, eminenza, che non è solo il mio sentire, ma il sentire di molti.

Spero di cuore che possa leggere questa mia lettera e che possa condividere, almeno in parte, i miei, i nostri argomenti, e provvedere di conseguenza.

Lo chiedo dal cuore, facendo appello alla Sua personale coscienza: restituisca ai cattolici italiani di ogni colore un giornale serio, oggettivo, che metta al centro la fede nel Signore Gesù, che evangelizzi, che aiuti ad attualizzare la fede nella storia di ogni giorno, che non sparga veleni e che racconti i fatti senza fare propaganda politica (nè di sinistra, come fa da anni, ma neppure di altro colore).

La ringrazio dell’attenzione e ancora una volta oso permettermi di chiederLe una risposta, se non a parole, almeno – spero – nei fatti.

 

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