Nella notte italiana tra domenica e lunedì si è corsa a Tokyo, in Giappone, la maratona maschile dei Mondiali di atletica leggera. È finita con il primo e il secondo arrivati vicinissimi, e a occhio nudo non è stato chiaro chi dei due avesse vinto. Per poterlo dire è servito il fotofinish, un dispositivo usato per determinare tramite immagini il vincitore di una gara, e che però di solito viene usato per gare di distanze ben più corte. Tra i due c’è stata una differenza di 3 centesimi di secondo: ce n’è stata di più tra il primo e il secondo classificato della finale mondiale dei 100 metri maschili, i quali hanno corso 42.095 metri in meno.
Alphonce Felix Simbu e Amanal Petros (AP Photo/Matthias Schrader)
Alla fine la maratona l’ha vinta il tanzaniano Alphonce Felix Simbu, che ha 33 anni e ha ottenuto la prima medaglia d’oro nella storia della Tanzania ai Mondiali di atletica. Simbu ha vinto in 2 ore, 9 minuti e 48 secondi. Al secondo posto è arrivato il tedesco Amanal Petros. Al terzo posto, piuttosto a sorpresa, è arrivato l’italiano Iliass Aouani.
Le maratone sono lunghe 42 chilometri e 195 metri, e nel caso di eventi internazionali di atletica leggera finiscono nelle piste di atletica, così da potersi terminare sul rettilineo, davanti al pubblico presente nello stadio.
Dopo 39 chilometri c’era un gruppo di testa di nove atleti, diventati cinque al 40esimo chilometro, e tre poco prima dell’ingresso nello stadio. Dopo 2 ore e 9 minuti di gara Petros, Simbu e Aouani sono entrati insieme nello stadio. Petros è stato in testa e ha alzato il ritmo: Simbu è riuscito a tenere il suo passo, perdendo giusto qualche metro; Aouani si è staccato.
All’inizio del rettilineo finale – di fatto agli ultimi 100 metri circa – Petros era ancora in vantaggio, seppur sofferente in volto. A poche decine di metri dall’arrivo ha iniziato a voltarsi per controllare la posizione e l’eventuale recupero di Simbu: voltarsi una volta è giusto, perché serve a verificare dov’è l’avversario; farlo più volte in genere è un segno di preoccupazione e poca fiducia nelle proprie possibilità di non farsi rimontare e superare. Simbu in effetti si era allargato e si stava avvicinando.
I due sono arrivati insieme al traguardo: a occhio nudo era davvero difficile dire chi fosse arrivato prima sulla linea di arrivo, e la presenza per necessità di sponsor di uno striscione teso davanti a loro non ha aiutato. Nel cercare di dare il colpo finale prima dell’arrivo, Petros è perfino caduto a terra, finendo avvolto proprio dallo striscione, cosa che comunque non gli è servita per arrivare primo. Una maratona mondiale non era mai finita con un margine così piccolo.
Alphonce Felix Simbu e Amanal Petros (AP Photo/Petr David Josek)
Molto prima del traguardo era successa anche un’altra cosa che in genere non succede in una maratona: il keniano Vincent Ngetich aveva fatto una falsa partenza (era partito cioè pochi istanti prima del previsto), e c’è stato quindi bisogno di fare una seconda partenza.
Alphonce Felix Simbu e Amanal Petros al traguardo (Matthias Hangst/Getty Images)
Con il suo terzo posto Aouani ha conquistato la quarta medaglia italiana (la seconda di bronzo) a questi Mondiali di atletica, che dureranno ancora tutta la settimana. L’ultima medaglia italiana in una maratona dei Mondiali era stata nel 2003: la ottenne Stefano Baldini, anche in quel caso fu di bronzo.