Diversi casi di scabbia all’interno della casa di riposo Drudi di Meldola. L’allerta alle famiglie è scattata nel weekend, quando è stata aggiornata un’informazione diffusa una decina di giorni prima che avvisava della circolazione tra gli ospiti di una “dermatite da acaro”, una dicitura generica che ha fatto pensare a molti a una diffusione dell’ “acaro della polvere”, che può dare principalmente problemi di allergia. L’acaro in questione era invece il parassita della scabbia.
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E’ stato appeso al portone da qualche giorno l’avviso in cui si parla chiaramente di “scabbia” e contenente le necessarie precauzioni, come appunto indossare guanti e camici monouso. Il parassita è entrato all’interno della casa di riposo meldolese e si è diffuso rapidamente, essendo molto contagioso. L’acaro Sarcoptes Scabiei causa come sintomo principale un prurito intenso, specialmente di notte.
Si tratta di un parassita dalle dimensioni microscopiche, che scava cunicoli appena sotto alla pelle, all’interno dei quali le femmine depositano le uova. Alla loro schiusa, 3-4 giorni dopo la deposizione, le larve risalgono sulla superficie della pelle, dove si sviluppano e da cui partono per colonizzare altre aree della pelle o infestare altre persone. Il contagio è per contatto diretto oppure tramite il contatto con medesimi tessuti (vestiti, lenzuola, tovaglie…).
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La scabbia starebbe girando alla Drudi già da fine agosto. Attualmente sui 165 ospiti suddivisi in 5 settori, i contagiati sono in totale 18, 5 in un settore (tutti sotto trattamento) e 13 in un altro settore (tutti qualificati come in via di guarigione). “Il gestore dell’istituzione Drudi ha già preso tutte le precauzioni di igienizzazione”, rassicura il sindaco di Meldola Roberto Cavallucci. Tovaglie e tovaglioli di stoffa lavabili sono stati sostituiti con prodotti di carta, usa e getta.
Il caso è stato ora preso in mano all’igiene pubblica di Forlì dell’Ausl Romagna, che sta seguendo la cura e la profilassi. Data l’elevata contagiosità, gli esperti consigliano di trattare tutte le persone che potrebbero essere state contagiate dal parassita. Tuttavia, lamentano alcune famiglie, i trattamenti sarebbero limitati ad ora solo a chi ha mostrato i sintomi e non a tutta la comunità della Drudi, per prevenzione. Sul punto replica il sindaco Cavallucci: “Su questa specifica questione, non è il Comune o il gestore della Drudi il soggetto che decide, la scelta è stata presa dall’Ausl, che ha fatto una sua valutazione sull’intervento più efficace”.