Perché il tumore al pancreas è così difficile da prevenire

Il tumore al pancreas è una delle neoplasie più difficili da diagnosticare in fase precoce, in quanto, in molti casi, i sintomi compaiono quando la malattia è già avanzata. Questo suo comportamento subdolo lo rende uno dei tumori con la sopravvivenza a cinque anni più bassa.

A complicare ulteriormente le cose sono altri due fattori:

Alla luce di tutti questi inconvenienti, negli ultimi anni, la ricerca si è concentrata su nuove forme di prevenzione che vadano oltre le raccomandazioni generali su dieta, esercizio fisico e stop al fumo.

Cause e fattori di rischio: chi è più esposto

Capire quali sono i fattori che aumentano il rischio è il primo passo per potenziare la prevenzione. Alcuni di questi fattori sono modificabili, altri no.

Fattori modificabili

Fattori non modificabili

  • Età avanzata: oltre il 90% delle diagnosi di tumore del pancreas riguarda persone di età superiore ai 55 anni;
  • Storia familiare: mutazioni genetiche ereditarie, come quelle dei geni BRCA1, BRCA2 e CDKN2A, possono aumentare notevolmente il rischio;
  • Sindrome di Lynch e di Peutz-Jeghers: si tratta di condizioni ereditarie che predispongono a vari tumori, incluso quello pancreatico.

Le regole base per il ridurre il rischio di tumore al pancreas

Uno stile di vita all’insegna della salute gioca un ruolo chiave nella riduzione del rischio di tumore al pancreas. Esso rappresenta la base della prevenzione e non va mai trascurato.

Nella fattispecie, abitudini corrette e da perseguire sono:

La nuova prevenzione: diagnosi precoce e test genetici

Ormai da tempo, la vera sfida è individuare il tumore quando è ancora asintomatico.

Oggi, chi ha un rischio elevato può accedere a programmi di sorveglianza attiva in centri specializzati. Questo vale soprattutto per:

  • Chi ha più familiari di primo grado con tumore pancreatico;
  • Portatori di mutazioni ereditarie ad alto rischio;
  • Persone con pancreatite ereditaria.

Gli strumenti usati includono:

  • Risonanza magnetica (RMN) e colangio-RMN;
  • Ecoendoscopia ad alta definizione;
  • Test genetici per mutazioni specifiche.

La ricerca sta anche lavorando su test per l’individuazione di biomarcatori precoci nel sangue, nella saliva e nelle feci. Questi test sono capaci di identificare proteine alterate o frammenti di DNA rilasciati dalle cellule tumorali. Uno dei più studiati tra questi marcatori molecolare precoci è CA 19-9, ma non è ancora sufficiente da solo per lo screening.

Studi recenti stanno esplorando l’uso combinato di biomarcatori (come proteine o frammenti di DNA tumorale nel sangue) e algoritmi di intelligenza artificiale, per individuare in anticipo le prime alterazioni associate al tumore al pancreas e migliorare così la precisione diagnostica.

La speranza dei vaccini terapeutici: cosa sappiamo finora

Una delle frontiere più promettenti è quella dei vaccini terapeutici.

A differenza dei vaccini tradizionali, questi non servono a prevenire l’insorgenza del tumore, ma a stimolare il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali già presenti o ad alto rischio di svilupparsi.

Tra le strategie in studio:

  • Vaccini a mRNA personalizzati, come quelli sviluppati per il Covid-19, adattati però alle mutazioni specifiche di ciascun paziente;
  • Vaccini peptidici, che utilizzano sequenze proteiche del tumore per innescare una risposta mirata;
  • Combinazioni con immunoterapia, per potenziare l’azione dei linfociti T contro le cellule pancreatiche malate.

Nel 2023, uno studio pubblicato su Nature ha mostrato risultati promettenti su un vaccino mRNA somministrato a pazienti dopo l’intervento chirurgico, con una buona risposta immunitaria e una possibile riduzione delle recidive.

Sebbene ancora in fase sperimentale, molti esperti ritengono che i vaccini terapeutici rappresenteranno una svolta concreta nei prossimi anni, soprattutto in combinazione con altre terapie mirate.

Cosa possiamo fare oggi: prevenzione personalizzata

Se da un lato non esiste ancora una prevenzione universale efficace, dall’altro la prevenzione su misura per chi è ad alto rischio è una realtà sempre più concreta e ricercata dalla medicina moderna, questo perché fondamentalmente ogni paziente costituisce un caso a sé stante.

Oggi, le strategie già accessibili includono:

  • Consulenze genetiche e test su base familiare;
  • Sorveglianza periodica nei centri di riferimento;
  • Partecipazione a trial clinici per vaccini e terapie innovative.

In parallelo, restano validi i consigli più classici, ovvero: non fumare, mantenere un peso sano, seguire una dieta ricca di fibre, tenere sotto controllo il diabete e rivolgersi subito al medico in caso di sintomi insoliti, come perdita di peso, ittero o dolore addominale persistente.

Fonti

  • Rojas, L.A., Sethna, Z., Soares, K.C. et al. Personalized RNA neoantigen vaccines stimulate T cells in pancreatic cancer. Nature 618, 144–150 (2023). https://doi.org/10.1038/s41586-023-06063-y
  • Fondazione Veronesi – Tumori del pancreas: fattori di rischio e prevenzione.
  • AIRC – Tumore del pancreas.
  • IEO – Tumore al pancreas: diagnosi e trattamento.
  • National Cancer Institute (NCI) – Pancreatic Cancer Prevention. 
  • Unipancreas – Guida alla prevenzione del tumore pancreatico.
  • Cancer Research UK – Pancreatic cancer: screening and risk.