Appena un mese dopo l’incontro tra Donald Trump e Vlamidir Putin in Alaska le speranze di una svolta positiva sull’Ucraina nel breve periodo appaiono ormai morte e sepolte. “La Nato è di fatto in guerra con la Russia”, ha denunciato il Cremlino, dopo giorni tesissimi sui cieli dell’Europa orientale, sorvolati da droni di Mosca e abbattuti dalla Polonia.

E non va meglio nei rapporti tra i due sfidanti diretti nel conflitto: lo stesso presidente americano, nonostante i tentativi di promuovere un incontro tra lo zar e Volodymyr Zelensky, ha rilevato che “l’odio” tra i due leader “è imperscrutabile”.

“La Nato sta di fatto prendendo parte a questa guerra” fornendo supporto diretto e indiretto al regime di Kiev, sono state le parole di Dmitry Peskov in risposta a una dichiarazione del governo di Varsavia, secondo cui l’Alleanza Atlantica non partecipa alle ostilità.

Non è la prima volta che il Cremlino utilizza questo tipo di retorica, ma stavolta queste dichiarazioni suonano più minacciose alla luce dell’escalation dei droni russi sconfinati in Polonia e Romania, e che per la prima volta hanno fatto scattare una risposta militare di un Paese europeo. Un precedente condannato anche dal falco Dmitry Medvedev, che si è scagliato contro “l’idea provocatoria di Kiev e di altri idioti di creare una no-fly zone sull’Ucraina”.

Per approfondire Agenzia ANSA Crosetto,impreparati ad attacco russo e di altri paesi – Notizie – Ansa.it “Non siamo pronti né ad un attacco russo né ad un attacco di un’altra nazione, lo dico da più tempo. Penso che abbiamo il compito di mettere questo Paese nella condizione di difendersi se qualche pazzo decidesse di attaccarci: non dico Putin, dico chiunque”. (ANSA)

 

Per il resto la posizione del Cremlino appare cristallizzata. “Kiev non sta dimostrando flessibilità o disponibilità a impegnarsi in negoziati seri per un accordo, e c’è una pausa evidente in questo processo”, è il refrain di Peskov, che ribadisce come non ci siano progressi sulla strada di un trilaterale Putin-Zelensky-Trump.

La Casa Bianca continua a puntare sulla mediazione. “Che lo si chiami vertice o semplicemente incontro, non importa, ma probabilmente dovrò convincerli, perchè si odiano così tanto che quasi non riescono a parlare”, ha detto Trump ai reporter riguardo gelo tra Putin e Zelensky. Il tycoon ne ha approfittato per criticare ancora una volta gli europei: “Le loro sanzioni alla Russia non sono abbastanza dure”, quindi dovrebbero smettere di acquistare petrolio russo e imporre dazi alla Cina.

In questo scenario la Nato tiene alta l’attenzione. L’operazione Sentinella Est per rafforzare la protezione dei cieli europei è scattata “già il 13 settembre, meno di un giorno dopo il suo annuncio”. In quell’occasione, un caccia francese Rafale e un elicottero polacco sono intervenuti per monitorare “un’altra potenziale minaccia proveniente dai droni russi”, ha fatto sapere l’Alleanza. Nel frattempo Londra ha confermato di aver dispiegato anche i suoi jet mentre anche Italia e Svezia hanno dato la loro disponibilità alla missione.

In precedenza, il governo britannico aveva convocato l’ambasciatore russo per condannare “la significativa violazione senza precedenti dello spazio aereo polacco e della Nato” e la “successiva incursione in Romania”. Accuse rispedite al mittente da Mosca, che ha parlato di “provocazione di Kiev”.

Sul fianco orientale dell’Ue proseguono le esercitazioni Russia-Bielorussia, iniziate venerdì scorso con migliaia di soldati mobilitati, oltra a caccia, bombardieri e sommergibili. Manovre di carattere difensivo, ha insistito il governo di Minsk, anche se l’Ue ha fatto sapere che continua a “prepararsi a qualsiasi potenziale minaccia alla sicurezza”. Da segnalare la presenza sul campo di addestramento di ufficiali militari americani, accanto ai rappresentanti di 23 paesi, tra cui altri due stati membri della Nato, Turchia e Ungheria. Nei giorni scorsi l’inviato di Trump aveva fatto visita a Lukashenko. 

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