di
Alice D’Este
Padova, Giulia aveva lanciato un messaggio su Facebook per i dieci anni del figlio: «Un’emozione vederlo sorridere. È stata una prova per me e per lui»
L’appello su Facebook ha funzionato. Al compleanno del figlio nel verde del giardino Campanula di piazzale Azzurri d’Italia, nel quartiere Arcella di Padova, si sono presentate almeno cento persone. «Una risposta incredibile» dice entusiasta Giulia, la mamma del bambino padovano con disturbo dello spettro autistico che negli scorsi giorni ha usato il social media per invitare altri bambini al decimo compleanno del figlio, visto che i compagni di classe non potevano essere presenti.
Come è andata?
«È stato bellissimo, c’erano un centinaio di persone, e mica solo padovani! Ci hanno raggiunto famiglie dalla provincia di Verona, una mamma da Curtarolo (provincia di Padova), altri da Treviso. Mio figlio era felicissimo. Ovviamente ha avuto bisogno di tempo per ambientarsi in un contesto così inusuale per lui, ma era molto felice».
È riuscito a gestire l’emozione?
«Stiamo lavorando proprio su quello con la sua terapia. Abbiamo cominciato un percorso relativo ai contesti di grande socialità. Ha salutato tutte le persone una a una, dando il benvenuto. A tratti si è irrigidito perché voleva prendere lui in mano le telecamere o i cappelli del travestimento dei truccatori, ma tutti i presenti sono stati dolcissimi con lui. Lo guardavo da lontano mentre gestiva tutte queste cose da solo per qualche minuto. È stato un momento speciale anche per me».
In che senso?
«È stata una prova, per mio figlio che sta crescendo. Verso metà festa l’ho visto anche interagire in modo diretto e prolungato con un altro bambino. Erano vicini, erano insieme, lui gli parlava e mio figlio a modo suo rispondeva. Forse abbiamo trovato un amico, nel modo più “normale” del mondo. Questo momento mi ha emozionato moltissimo».
Cos’ha detto suo figlio della festa?
«Quando siamo rimasti da soli ne abbiamo parlato. Gli ho chiesto se la festa gli fosse piaciuta e cosa aveva amato più di tutto. Mi ha fatto un gran sorriso e mi ha detto: “Regali!”».
Cosa le hanno detto le persone che ha incontrato?
«Mi hanno raccontato che avevano letto la mia storia, il mio post, e che avevano scelto di esserci. Che quello che ho deciso di fare pubblicamente riguarda un po’ tutte le famiglie con un bambino con disturbo dello spettro autistico ma in realtà anche tutte le famiglie in generale. Sono molto contenta del risultato sia perché c’erano tantissimi bambini di tutte le età sia perché quello che mi interessava era lasciare qualcosa agli altri. Negli ultimi anni a scuola elementare mio figlio ha sempre vissuto un’ottima inclusione mentre alla scuola materna non era andata così: sono stati anni bui, non avrei mai voluto fargli provare ancora lo stesso disagio. Mi interessava però anche far passare un messaggio».
Quale?
«Fare in modo che le altre persone ci vedano nel modo giusto. Troppo spesso le persone vengono indentificate con la diagnosi medica che gli viene riconosciuta. È vero, c’è anche quella, ma prima di tutto mio figlio è un bimbo come tutti gli altri».
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15 settembre 2025 ( modifica il 15 settembre 2025 | 19:41)
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