Dopo il podio festeggiato in Canada, da giugno in avanti Antonelli ha raccolto appena tre punti in sei gare. A seguito di un inizio di stagione in crescendo, il bolognese ha vissuto una parte centrale di campionato decisamente difficile, non riconducibile però a un’unica ragione. Dapprima Kimi ha sofferto l’arrivo in macchina della nuova sospensione posteriore, un’involuzione che ne ha evidenziato le differenze nello stile di guida rispetto a Russell. Con il ritorno alla vecchia specifica Antonelli ha ritrovato fiducia nella Mercedes W16, con la necessità ora di raggiungere il giusto equilibrio nell’approccio al weekend.

Con gli aggiornamenti i primi intoppi

Antonelli vive un periodo di difficoltà che si prolunga ormai da tre mesi, in contrasto con una prima parte di stagione vissuta in crescendo. Il momento più alto rimane il podio in Canada, preceduto dalla pole position nella Sprint di Miami, risultati ben diversi da quelli attuali. “Il punto è che nelle prime sei gare ho avuto praticamente la stessa macchina”, spiega Kimi. “Abbiamo portato degli aggiornamenti minori, motivo per cui l’auto rimaneva costante. Avere sempre la stessa macchina ti aiuta molto ad acquisire sicurezza e a capirne il comportamento. Ero arrivato alla sesta gara della stagione a Miami con una grande fiducia, tanto che ero riuscito a progredire durante il weekend e a esprimere il mio potenziale in qualifica”.

I problemi sono cominciati a emergere con la nuova sospensione posteriore introdotta dalla Mercedes a Imola, che ha compromesso la guidabilità della W16. Ad eccezione di Montreal, infatti, la competitività delle Frecce d’Argento non è più stata la stessa e ad accusare maggiormente il colpo è stato proprio Antonelli: “Ho cominciato a faticare molto con la mia guida e ho dovuto provare uno stile che non mi veniva naturale. Non riuscivo veramente ad adattarmi e questo è il motivo per cui ho faticato così tanto. Se ci ripenso, è molto chiaro”.

Mercedes F1 sospensione posteriore

Le differenze da Russell

L’esperienza ha sicuramente permesso a Russell di adattarsi con più facilità ai cambiamenti rispetto al giovane compagno, ma il fenomeno è stato anche una cartina tornasole delle caratteristiche differenti tra i due alfieri della Mercedes. “Abbiamo due stili di guida molto diversi”, spiega Antonelli. “Io chiedo di più alla macchina, soprattutto in ingresso curva, e quindi ho bisogno di un posteriore che stia abbastanza fermo. A livello di assetto diciamo che siamo abbastanza simili, ma comunque diversi, perché ognuno dei due ha bisogno di qualcosa di diverso dalla macchina”.

L’italiano è un pilota che aggredisce molto l’ingresso curva, senza sacrificare particolarmente l’entrata in favore di una migliore uscita. Il suo stile si affida molto alla rotazione della macchina verso il punto di corda, necessitando di una macchina che lo segua senza scomporsi al posteriore. L’aggressività di guida di Antonelli finiva quindi con l’esasperare l’instabilità al retrotreno della W16 indotta dalla nuova sospensione, ritrovandosi a lottare con un’auto imprevedibile e senza la fiducia per spingere al limite. Il podio in Canada, gara dove è arrivata anche la vittoria di Russell, altro non era stato che l’eccezione che confermava la regola, su una pista priva di curve veloci che aveva nascosto l’instabilità della Mercedes aggiornata.

Mercedes GP Canada F1Photo by Clive Rose/Getty Images

L’equilibrio da trovare

La decisione della squadra di tornare alla vecchia sospensione a partire dall’Ungheria ha giovato alle sensazioni di entrambi i piloti, specialmente dell’italiano, i cui risultati però hanno continuato ad essere sotto le aspettative. In particolare, a Zandvoort e a Monza Antonelli si è reso autore di un doppio incidente in prova, saltando in entrambe le occasioni un’intera sessione di libere al venerdì e compromettendo la propria preparazione al weekend. Gli errori sono il riflesso della volontà di adottare un approccio più aggressivo, sperimentando già dal primo giorno per compiere un salto in avanti in qualifica rispetto alla prima parte di stagione.

“Arrivavo al sabato con troppi punti interrogativi”, rifletteva Kimi già in Austria. “Si tratta di capire meglio quale sia il limite di aderenza. In Canada ogni giro sentivo di non sfruttare il massimo del grip e quando è così ti ritrovi sempre a inseguire, non sai mai dov’è il limite. Per questo sarà importante cercare di sentirlo in prova libera”. Nei primi mesi il bolognese pagava ancora lo scotto dell’incidente nelle libere di Monza del 2024, approcciandosi al weekend con una cautela che però lo limitava nella preparazione: “In certe occasioni credo di essere stato anche troppo conservativo e questo mi ha un po’ penalizzato. Per esempio, molte volte mi sono sentito più a mio agio in gara che in qualifica”.

Photo Rudy Carezzevoli/Getty Images

Per compiere il salto di qualità, Antonelli cerca ora il giusto equilibrio tra un approccio cauto ed uno eccessivamente aggressivo, un filo molto sottile da trovare. Riuscirci sarà particolarmente importante nei prossimi appuntamenti di Baku e Singapore, due circuiti cittadini i cui muretti non consentono margini di errore. Mettere insieme un weekend senza errori sarebbe il primo passo per interrompere la crisi di risultati e poter puntare a un finale di stagione in crescendo.