BELLUNO – Arrestato con l’accusa di aver violentato sua figlia di appena cinque anni e aver poi diffuso video e immagini su una chat di pedofili. Una storia dell’orrore, quella portata alla luce dalla Polizia postale del Veneto. L’indagine era stata avviata solo qualche mese fa, su segnalazione di un’associazione che aveva scovato nel web una chat sospetta. Sotto inchiesta era finito un 26enne straniero che lavora nel Bellunese. Ma il peggio era venuto alla luce quando gli agenti avevano aperto il suo cellulare, trovandovi le immagini della violenza sessuale commessa nei confronti della sua stessa bambina. Ora l’uomo è stato arrestato.
APPROFONDIMENTI
L’INTERROGATORIO
Pesantissime le accuse che gli muove la Procura distrettuale di Venezia, competente per reati di tale gravità, con la sostituta procuratore Anna Adreatta: violenza sessuale nei confronti della bambina, produzione di materiale pedo-pornografico usando la stessa figlia, detenzione di materiale pedo-pornografico con protagonisti altri minori. Oggi l’uomo comparirà davanti al giudice per l’udienza preliminare di Venezia, Benedetta Vitolo. Il timore era che potesse lasciare l’Italia. Aveva trovato un lavoro nel Bellunese con un’agenzia interinale. Solo un contratto a tempo determinato per il giovane che aveva tutti i documenti pronti per l’espatrio. Di qui l’urgenza degli inquirenti a procedere con l’arresto. La moglie e la figlia dell’uomo, al momento, sono state accolte in una struttura protetta. La donna – anche lei straniera, e ancora poco inserita nella nuova realtà – non è al momento stata ascoltata dagli investigatori.
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LA DENUNCIA
L’organizzazione non governativa, che ha dato il la alla successiva indagine della Postale, aveva scovato il materiale pedo-pornografico qualche mese fa. In particolare aveva segnalato gli scambi in rete di questo utente, poi rivelatosi il 26enne residente nel Bellunese, che aveva postato video e immagini terribili di atti sessuali con una bambina piccolissima sotto la doccia con un adulto. Sulla chat frequentata da pedofili l’uomo aveva sostenuto che si trattava della nipote. La verità era poi emersa ad inizio agosto, dopo una perquisizione della Postale nel domicilio del giovane. Così si era scoperto che la piccola ripresa era proprio la figlia con il padre. Una ulteriore conferma era arrivata dal particolare del bagno e della doccia, corrispondenti in tutto a quelli del video. L’analisi forense del cellulare aveva poi portato alla luce ben quattro video e dieci immagini con la figlia, oltre ad altro materiale pedo-pornografico. Mentre le indagini della Postale hanno accertato altre segnalazioni a carico dell’uomo, a livello internazionale, sempre nell’ambito della pedo-pornografia, risalenti già a due anni fa. Oggi, nell’interrogatorio davanti al giudice, il 26enne potrà fornire la sua versione dei fatti o avvalersi della facoltà di non rispondere.