“Un libro che tocca l’anima”, lo definisce Daniele Bossari. Non a caso Verrà l’alba, starai bene di Gianluca Gotto – ospite in radio – è uno dei libri più letti dell’estate 2025.
Il romanzo ce l’ha spiegato in radio proprio l’autore, Gianluca Gotto, nella trasmissione Il Boss del Weekend. Cliccate qui sotto per ascoltare l’intervista completa, le sue parole e il suo punto di vista su vita, dolore, depressione e rinascita.
Gianluca Gotto da Daniele Bossari: l’intervistaChi è Gianluca Gotto
Con Gianluca Gotto non si toccano mai argomenti banali. Lo scrittore e viaggiatore torinese, 35 anni, ha trasformato la sua vita in un viaggio alla ricerca di libertà, di senso e di consapevolezza.
Dopo aver lasciato l’Italia in giovane età, Gotto ha vissuto in diverse parti del mondo – dall’Asia al Canada – intrecciando esperienze di nomadismo digitale, filosofia orientale e riflessioni sulla felicità. Non a caso in radio parla anche di solitudine, che “è dentro” ed è tipica di ognuno di noi.
Autore di bestseller come Le coordinate della felicità e Succede sempre qualcosa di meraviglioso, negli anni si è imposto come una delle voci italiane più seguite nel racconto della crescita personale e della spiritualità applicata alla vita quotidiana.
Con il suo ultimo (settimo) romanzo Verrà l’alba, starai bene, l’influencer – 589mila follower – sceglie ancora la narrativa per parlare di resilienza e rinascita, raccontando una storia che esplora il dolore e la speranza come tappe fondamentali di un profondo cammino interiore. “Con i miei libri – scrive lui – aiuto le persone a vivere una vita più serena”.
“Verrà l’alba, starai bene”: di cosa parla il libro e la spiegazione dell’autore
La sinossi ufficiale del romanzo lo descrive come “intenso e autentico”. Un testo “profondo e quanto mai attuale” che “intreccia i temi della solitudine, della salute mentale e della perdita con quelli dell’accettazione di sé, dell’amicizia e della guarigione”. Il racconto, poi, è “arricchito dagli insegnamenti millenari dell’ayurveda, la scienza della vita, che ci invita a partire da noi, da chi siamo veramente, per sciogliere i nodi e tornare a stare bene”.
“È un viaggio nel dolore e nella rinascita – sintetizza Daniele Bossari un radio – E anche bello lungo, perché gli insegnamenti sono belli corposi”. Il testo è dedicato, si legge all’inizio, a chi sta attraversando “la lunga notte oscura dell’anima“:
La lunga notte dell’anima è uno stato d’animo. Per ognuno di noi è diverso – spiega Gotto – Tutti noi soffriamo o siamo felici, per motivi diversi. Ma alla fine, come stato d’animo, siamo tutti sulla stessa barca. Dato che nei miei romanzi precedenti mi sono concentrato molto sulla felicità “più luccicante”, qui mi sono detto di partire dall’opposto. Dalla storia di una persona che veramente non ce la fa più, che è scesa negli abissi dell’oscurità e che lentamente, con un percorso che reputo anche molto realistico, riesce a risalire, attraverso queste 700 pagine.
La protagonista del libro è Veronica, una ragazza in crisi che va incontro a seri problemi, che risale dal fondo, con disciplina, lavoro, fatica. E che poi crolla di nuovo.
Veronica si trova in un paradosso: più si sforza e si impegna, più si esaurisce a livello fisico e mentale, nel tentativo di stare bene. E meno sta bene. In occidente c’è l’idea “se vuoi, puoi“, “è tutta una questione di impegno”. Ho voluto declinare un personaggio di questo tipo perché vedo tanti che si gettano nel fare, nell’azione. Da un certo punto di vista è vero. Ma a volte, la vera forza è quella di lasciar andare, di fermarsi, di riuscire ad accettare. Questa cosa del nostro vivere, nella nostra parte di mondo, l’abbiamo un po’ dimenticata.
Quando Bossari chiede a Gianluca Gotto come si supera un grande dolore, lui risponde così:
Posso dirti come un dolore non si supera: scappando, ignorandolo, distraendosi costantemente, cercando di riempire il vuoto che lascia nelle maniere più maldestre, stordendoci – con cellulare, sostanze o esperienze. Il dolore va vissuto. Questo non significa che dobbiamo soffrire come degli eroi, ma riconoscere l’esistenza del dolore. Parlandone, portandolo nella quotidianità, accogliendolo come fosse un vecchio amico. Questo aiuta a lasciarlo sfogare. La depressione? Si affronta parlandone. Con amici, familiari, anche con un professionista. Al tempo stesso, però, suggerisco di non rinnegare un’altra strada, quella più spirituale: più solitaria e dolorosa, ma che ci consente di capire meglio da dove nasce il dolore. Percorrere entrambe le strade credo sia qualcosa di molto saggio, soprattutto per chi sta tanto male.