Lunedi scorso a Ginevra, subito dopo il GP d’Italia, si è svolta una riunione promossa dalla FIA con i tecnici delle squadre di Formula 1 con un obiettivo: vedere se fosse possibile modificare alcuni aspetti regolamentari sulle monoposto agili 2026 che avranno il compito di portare una vera e propria rivoluzione tecnica. 

Uno dei temi sul tavolo, stando alle indiscrezioni raccolte da Motorsport.com, la proposta di cambiare i box normativi che definiscono le ali. Sembra che ci fosse la volontà di qualcuno di semplificare lo sviluppo di un argomento molto delicato come quello dell’aerodinamica mobile sia davanti che dietro. 

Arrivare a settembre per definire nuovi spazi per la ricerca delle ali è parso inopportuno, per cui, siccome non si è trovata l’unanimità nel voto, l’idea è stata bocciata, probabilmente da chi pensa di avere un vantaggio acquisito nello studio aerodinamico che la FIA ha aperto ufficialmente solo dal 1° gennaio. 

L'ala posteriore scarica della Red Bull vista a Monza

L’ala posteriore scarica della Red Bull vista a Monza

Foto di: Beatrice Frangione

L’informazione molto riservata che ci è giunta dimostra come la FIA si stia impegnando per trovare la migliore efficienza aerodinamica che contribuisca a ridurre il consumo di energia elettrica nell’arco del giro, visto che si stanno combattendo i problemi di ricarica. Su certi tracciati, infatti, dove la MGU-K farà fatica a recuperare l’energia cinetica della frenata, c’è ancora il timore che ci si possa trovare con la batteria vuota prima della fine del giro.

L’esempio classico è quello di Monza: nel tempio della velocità non ci sono frenata troppo impegnative, per cui è possibile che i piloti debbano ricorrere al lift and coast in rettilineo per non rinunciare in alcuni punti del tracciato ai quasi 500 cavalli che l’impianto ibrido dovrebbe assicurare. 

Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di una non notizia, ed è vero, ma l’episodio testimonia come la F1 stia ancora cercando la quadra di un regolamento che presenta alcune difficoltà che sembrano insormontabili e che, invece, verranno brillantemente superate dai tecnici delle squadre. Ciò che emerge è come sia difficile in questa fase così delicata cambiare qualcosa delle norme con l’attuale governance che impone l’unanimità per qualsiasi modifica. Ha ragione Stefano Domenicali quando sostiene che l’architettura della gestione della F1 debba essere cambiata… 

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