La FIA mette le cose in chiaro: nel 2026 ci sarà tolleranza zero per chi sfrutterà le zone grigie del regolamento. Per il prossimo ciclo tecnico la Federazione ha cambiato registro, esigendo di essere consultata prima di realizzare qualsiasi soluzione basata su un’interpretazione ambigua delle regole. Presentarsi in pista con una trovata figlia di un buco regolamentare “sarebbe un disastro” per il team coinvolto, come spiegato nel corso della sua intervista a FormulaPassion da Nikolas Tombazis, direttore del reparto monoposto FIA.

Massima trasparenza

“Abbiamo adottato un approccio diverso rispetto alle situazioni avute in passato”, spiega Tombazis. “Prima di tutto, abbiamo detto chiaramente alle squadre che non avremo alcuna tolleranza per chi sfrutta dei buchi nel regolamento che ci hanno tenuti nascosti. Se un team ideasse una soluzione basata su una certa interpretazione delle regole senza chiedere chiarimenti a noi, non vi daremmo mai retta. Se qualcuno sviluppasse un concetto basato su un’interpretazione ambigua 50-50, sarebbe un suicidio per quella squadra”.

Uno dei casi più eclatanti della storia è stato il doppio diffusore della Brawn GP del 2009. Diversamente da allora, a partire dai regolamenti 2026 la FIA non fornirà delucidazioni su una regola solo a chi ne farà richiesta, ma metterà al corrente tutti i partecipanti: “Per qualsiasi chiarimento ci venga chiesto dalle squadre, se crediamo che la domanda che ci è stata posta sia tale da indicare effettivamente una zona grigia con poca chiarezza, ci assicureremmo di mandare una comunicazione identica a tutte le squadre. Se prendiamo il caso simile del doppio diffusore del 2009, al tempo c’erano state delle comunicazioni tra la FIA e alcuni team, ma non con tutti. C’erano quindi persone che lavoravano con diverse interpretazioni del regolamento. Al momento invece abbiamo come assoluta priorità che i regolamenti siano comprensibili a tutti”.

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Il caso della Mercedes

In tempi più recenti, è stata la Mercedes a sfruttare delle idee scaturite dalle aree grigie del regolamento. È il caso ad esempio del sistema DAS nel 2020, messo al bando dall’anno successivo, o del concetto zero pods del 2022. In quest’ultima occasione il team affermò di essersi consultato con la FIA circa la legalità della soluzione, ma Tombazis precisa: “[Ce l’hanno chiesto] dopo averlo fatto. Loro hanno rischiato. Ci siamo assicurati di evitare un simile scenario in futuro. Ovviamente non possiamo costringere le squadre a comunicare con noi, ma penso sia raccomandabile anche per la loro sopravvivenza. Se basassero un’intera macchina su un concetto che dopo rischia di essere reso illegale, per loro sarebbe un disastro. Essere trasparenti è nel loro interesse. In generale, penso che i team abbiano imparato questa lezione, motivo per cui siamo andati in quella direzione”.